CorSport - Palermo, D'Amico: "Il calcio mi ha cambiato la vita"

Felice D’Amico si candida ad essere il futuro del Palermo. L’Under 17, che ha fornito alla prima squadra il centrocampista Ruggiero, ha sfornato anche il talento del numero 10 ancora sedicenne e reduce da una stagione strarodinaria culminata con le semifinali scudetto.

“Il calcio mi ha cambiato la vita”, afferma il giovane rosanero in un’intervista a Il Corriere dello Sport – Sicilia. Baccin lo paraganò a Del Piero, e il futuro è tutto dalla sua parte. “Il pallone è la mia luce – prosegue – . Ho capito che mi avrebbe portato alla riconquista di me stesso e del mio avvenire. Ora mi sento veramente felice, quel pallone è rotolato nella direzione giusta. Ma quante ne ho passate!”. Ha ragione D’Amico, la sua infanzia e adolescenza non è stata per nulla facile.

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“Mio padre è morto per tumore alla testa, so solo che si chiamava Antonio ed era meccanico” racconta D’Amico, cresciuto senza la madre biologica. “L’ho ritrovata quando ha cominciato a sentire il mio nome in giro. Non provo nei suoi confronti il fuoco che un figlio dovrebbe avere. Per me non conta il vincolo del sangue, chi ti dà amore e speranze, ti educa e non se ne frega di te può essere considerato un genitore. Iginio e Mary (la famiglia adottiva, ndr) per me sono mamma e papà e i loro figli i miei veri fratelli”. Una storia complicata.

Un carattere anche fumantino che lo ha portato spesso a combinare dei guai: “Mi sentivo già uomo, litigavo con gli altri ragazzi e giocavo a bocce con i grandi. Una volta ho spaccato una bottiglia di birra sul tavolo della professoressa. Ho dormito per strada e in macchina, ma sono forte. Da bambino facevo il fruttivendolo per guadagnare due soldi. Non andavo a scuola, il pallone era tutto”. Un’altra vita quasi rispetto a quella di oggi: “Vado al quarto anno di ragioneria, ho una ragazza che mi coccola ma mi sprona”. Un passato complicato alle spalle e un futuro luminoso davanti per D’Amico.

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