Pallotta: “Mercato Milan fuori di testa”. Poi le scuse
Accusa a viso aperto, poi le scuse. Il presidente della Roma, James Pallotta, si rivolge al Milan e non nasconde i propri dubbi sulle operazioni mercato dei rossoneri, ai quali chiede spiegazioni nonché il rispetto dei parametri del fari play finanziario. Poi dopo la risposta dell’AD del Milan Fassone, sono arrivate le scuse dello stesso Pallotta.
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Intervistato dell’emittente radiofonica americana Sirius XM, Pallotta aveva “Siamo rappresentanti del fair-play finanziario per come abbiamo cambiato le cose rispetto alla precedente proprietà. Parlando del Milan, non ho idea di cosa stia succedendo. Non ha senso. Non hanno i soldi in primo luogo per comprare la squadra, ma stanno spendendo, o almeno facendo importanti anticipi, per giocatori e pagheranno le conseguenze a un certo punto”.
“Loro dicono che è tutto per qualificarsi alla Champions League, – aggiunge – ma non sarà abbastanza. Quando gli stipendi saranno uguali ai ricavi, non so che diavolo succederà. Sono gli unici in Serie A che stanno perdendo la testa! Forse loro hanno un grande piano che un giorno scopriremo, ma il resto delle squadre sono in qualche modo razionali. Spiegatemi perché non capisco”.
Poi nella mattinata americana, arrivano le scuse di Pallotta tramite l’Ansa: “Mi scuso se ho avuto informazioni imprecise. Tengo molto al calcio italiano e al suo ritorno ai vertici. A questo proposito, mi aspetto che tutti i club diano il proprio contributo verso un campionato più forte e sostenibile. Auguro al Milan e ai suoi nuovi proprietari le migliori fortune e attendo con piacere che la sua dirigenza e la nuova proprietà collaborino al nostro fianco in maniera incisiva per lo sviluppo della A”.
Pallotta, anche in tal senso, ripercorre nell’intervista anche le scelte fatte nell’era Spalletti e sullo stadio avverte: “Non vogliamo vendere, pensiamo che ci sia una grande opportunità per noi di costruire una squadra competitiva con uno stadio e un centro di intrattenimento, ma se non approveranno il progetto, allora qualcun altro dovrà andare fino in fondo”.
Su Sabatini e Spalletti il suo giudizio è altalenante: “Siamo stati abbastanza fortunati ad avere Luciano come allenatore con 18-19 partite rimaste nella stagione 2015/16. Ha perso con la Juventus ed è rimasto imbattuto per le successive 17 partite. Sabatini? I primi due anni sono stati ottimi, ma avremmo dovuto costruire su quelli e invece lui continuava semplicemente a fare scambi. Monchi? Siamo stati fortunati a prenderlo perché qualcun altro lo voleva per molti più soldi. In due mesi è stato un dono del cielo”.
Ma il futuro ora è firmato Nainggolan (fresco di rinnovo) e De Rossi: “Radja è uno dei più importanti sul campo. Non si ferma mai, è completo. C’è stato un periodo di sei partite di fila in cui le persone non si sono rese conto che Radja stava giocando con problemi muscolari, ma non ha lasciato il campo. Daniele? Per molti anni la gente ha pensato che potesse essere il capitano. Quest’anno può diventarlo, ma già ora vedo un cambiamento nel suo temperamento”.