Palermo e Tedino: tra vecchie croci… e nuove “delizie”
Arrigo Sacchi, uno abituato ad andare controcorrente, amava ripetere che ai rigori vince quasi sempre chi lo merita e che non è vero, come si dice, che sono una “lotteria”. In sostanza “se una squadra ha giocato meglio, e si sente penalizzata dal risultato, li va a calciare con una carica interiore che la squadra avversaria non ha”.
Ecco, facendo una rapida carrellata della drammatica sequenza di rigori calciata dal Palermo contro il Cagliari, tutto appare chiaro. Apre Jajalo, probabilmente il peggior rosanero visto in campo (insieme a Trajokvski), e sbaglia. Tocca ad Aleesami, bravo ma giovane e fragile, e sbaglia. Spunto positivo e inaspettato per Struna, quindi il riscatto di La Gumina che aveva steccato dagli 11 metri nella goleada del Barbera contro la Virtus Francavilla. Insomma, stando alla teoria “sacchiana”, era già tutto scritto.
>LE PAGELLE DI CAGLIARI – PALERMO
Al Palermo, volendo continuare ad analizzare la partita con la stessa chiave di lettura del “Profeta di Fusignano”, non poteva quindi bastare un secondo tempo arrembante e positivo per beffare i sardi e portare a casa il passaggio del turno di Coppa Italia. Serviva una dote preziosissima che i rosanero degli ultimi anni non hanno mai avuto: la consapevolezza nei propri mezzi. Quella marcia in più che ti rende vincente e che ti salva dalle giornate “no”.
Il Palermo di ieri sera ha in sostanza messo in luce i propri limiti servendoli sul piatto d’argento ad un avversario superiore per valori e categoria. La difesa ballerina, la mediana tecnicamente mediocre e l’attacco “light” sono evidenti ombre del Palermo retrocesso che il nuovo corso targato Tedino deve ancora scacciare per costruire un gruppo vincente.
TEDINO: “PALERMO SULLA STRADA GIUSTA”
Il 3-5-2 mandato in campo all’Olimpico al posto del 3-4-3 della scorsa settimana è comunque sembrato la riedizione del Palermo abulico e senza idee dello scorso anno. Una scelta tattica ancor meno comprensibile nel primo tempo alla luce dell’impiego di Trajkovski, un talento indiscusso col pallone tra i piedi, ma che nel gioco senza palla arranca come un 40enne. Per non parlare della scelta di piazzare il solo Jajalo a protezione della difesa. Anche ieri sera ha perso più palloni di quanti non ne abbia rubati.
Ma alle “croci” messe in mostra nel primo tempo, si sono contrapposti nella ripresa alcuni lampi di luce incoraggianti. L’impatto con la gara quasi salvifico di La Gumina e Gnahoré ha dimostrato come basti davvero pochissimo per migliorare questo Palermo. Alcuni giocatori come Aleesami o Struna sono apparsi in netta crescita. L’esterno norvegese, in particolare, è sembrato rinato sotto il punto di vista atletico e tattico. È stata lui, a nostro avviso, la più bella (ri)scoperta della partita di Torino. Per non parlare delle parate di Posavec, unico vero antidoto alla sua ormai cronaca dipendenza da indecisioni e sbavature che anche ieri, soprattutto nel primo tempo, non sono mancate.
LA GUMINA: “SOGNAVO DA TEMPO QUESTO GOL”
Ha quindi ragione Tedino quando dice che bisogna costruire una squadra che giochi “con il fuoco dentro”. La strada intrapresa del tecnico ex Pordenone potrebbe anche essere quella giusta, ma bisogna capire come verrebbero assimilate dal gruppo eventuali cessioni eccellenti come quelle di Rispoli e Nestorovski. Non campioni imprenscindibili, ma leader carismatici dall’animo vincente.
La sconfitta di Tim Cup contro il Cagliari può quindi essere messa agevolmente in soffitta, a patto che tutte le indicazioni giunte dal campo vengano capitalizzate. Lupo e Zamparini ripetono che la squadra è già completa, ma un difensore avvezzo alla cadetteria, un mediano con le giuste geometrie e un attaccante di peso sembrano essere rinforzi imprenscindibili per diventare realmente competitivi. Soprattuto in Serie B, dove la panchina lunga e l’esperienza possono fare la differenza nella lunghissima e combattuta scalata alla Serie A.
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Non sono d’accordo solo su Jajalo. Penso che peggio di lui abbiano fatto Chocev( inutile e senza personalità) Trajcovski (solita croce) e Muravski.
Sorpresa Gnahorè e soprattutto Struna , non ha sbagliato un appoggio in tutti i 120 di gioco.
questo ritorno al 3-5-2 dopo avere lavorato solo (e per giunta bene)col 3-4-3 è il sintomo indiscutibile di una malattia da cui non si riesce ad uscire e che ormai affligge la squadra e tutto l’ambiente e che presto risucchierà pure i nuovi arrivati. analizzando oggettivamente la situazione, senza lasciarsi trascinare dall’odio per zamparini, la soluzione è una sola: bisogna fare piazza pulita. via zamparini, via il suo entourage e via 3/4 di squadra. bisogna ricominciare da zero!! sennò quest’anno altro che ombre del passato…
A me è sembrato lo stesso palermo dello scorso anno incapacita di impostare gioco ,palla spesso all’indietro e soprattutto mancanza di un bomber di uno che realizza è questa è la cosa più grave!