Tifosi, esserci o non esserci? Questo il dilemma. Abbonamenti ai minimi storici ma…
Esserci o non esserci? Questo è il dilemma. Si avvicina la data del debutto stagionale del Palermo (contro lo Spezia, sabato alle 20.30) e uno degli interrogativi che dilaga tra i tifosi è proprio questo: andare allo stadio e dare “fiducia” al Palermo o continuare in varie forme la contestazione al presidente Zamparini (il cui indice di gradimento è ai minimi storici), penalizzando la squadra e dunque i propri colori? Per chi ama la maglia e fa del Palermo una inguaribile passione non è un dubbio da poco. Le prestazioni tutto sommato positive in precampionato hanno rasserenato l’ambiente ma da sabato si farà sul serio e probabilmente il tecnico Tedino ha ben compreso l’importanza di una partenza con il piede giusto: una bella vittoria servirebbe non solo alla classifica ma anche a ridare un po’ di entusiasmo all’ambiente (anche quello ai minimi storici).
Ieri si è chiusa la campagna abbonamenti che come prevedibile si è rivelata un flop: meno di 2 mila tessere sottoscritte, tra rinnovi e nuovi abbonati. Numeri impietosi, i peggiori dei quindici anni di gestione Zamparini. Nella passata stagione, nonostante lo scetticismo dilagante dopo una salvezza miracolosa e una campagna acquisti deficitaria, sono stati 6.323 gli abbonamenti sottoscritti. Il record negativo risaliva proprio all’ultima stagione rosanero in Serie B, con 5.239 abbonati. Le cifre rendono perfettamente l’idea del clima poco felice che si respira attorno alla squadra: anche i tifosi più “moderati” hanno deciso di non rinnovare la propria fiducia al club. Nonostante l’amore per la maglia. Magari verranno allo stadio di tanto in tanto, magari cambieranno idea a campionato in corsa ma hanno voluto dare un segnale chiaro di scollamento e discontinuità.
Il Palermo, insomma, si presenta ai nastri di partenza con pochi intimi al suo fianco. Il “Renzo Barbera” rischia di non essere più il dodicesimo uomo in campo per i ragazzi di Tedino. Il motivo di questo allontanamento è riconducibile ad un solo fattore: Maurizio Zamparini. La frattura tra i tifosi e il patron friulano è difficilmente sanabile anche se nell’ultimo mese le cose sono migliorate. Nessuno crede realmente che la squadra possa vincere il campionato con largo vantaggio come auspicato da Zamparini ma magari qualche buon acquisto prima della fine del calciomercato può ridare fiducia. E ovviamente tutto dipenderà dai risultati.
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I segnali di distensione ci sono stati, soprattutto da parte dei tifosi: ma anche il sindaco Orlando e l’imprenditore Tommaso Dragotto, alla presentazione del nuovo sponsor della squadra, hanno lanciato l’invito a far prevalere l’amore per Palermo e il Palermo. Non che sia cambiato il giudizio negativo dei sostenitori sulla gestione zampariniana degli ultimi anni, ma la lettera con cui alcuni gruppi del tifo organizzato hanno sollecitato la Lega ad accogliere le richieste di Zamparini (a nostro avviso più che legittime) sulla necessità di rinviare alcune gare per l’assenza di molti nazionali è il sintomo che una buona parte dei tifosi, anche se scontenta, ritiene primario il bene del Palermo. In poche parole, se abbiamo capito bene il messaggio, l’amore per la maglia e per la squadra va o può andare oltre il dissenso sull’operato del presidente.
E così i vuoti sugli spalti potrebbero essere di meno. I gruppi che compongono la Curva Nord adotteranno soluzioni diverse di protesta, già a partire dalla gara di sabato. Alcuni decideranno di entrare, di “presidiare” comunque il “loro” settore e sostenere la squadra. Magari contestando all’interno dell’impianto. Altri invece opteranno – come preannunciato da tempo – per una linea “oltranzista” e quindi sceglieranno l’assenza allo stadio come strumento di protesta nei confronti del patron rosanero. Scelte, nell’uno e nell’altro caso, piuttosto sofferte dal punto di vista sentimentale perché non è facile sacrificare l’amore per quei due colori in nome di una battaglia contro chi prende le decisioni.
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Uniti contro il “nemico”, ma con tattiche diverse. Punti di vista comunque rispettabili: non è un reato farsi “sopraffare” dalla passione popolare e neanche decidere di disertare lo stadio perché non c’è più un rapporto di stima con il “padrone del vapore”. In mezzo a questo turbinio di riflessioni e di sentimenti c’è la squadra chiamata a un compito non semplice: far dimenticare le polemiche e rilanciare la passione. Un compito non da poco, va riconosciuto, ma del quale sono tutti consapevoli da tempo.
Ma finiamola con questo buonismo che ha portato l’innominabile a farci diventare dei terroni di m….da.
Dragotto e company se vogliono continuare ad avere rapporti con questo ignobile uomo che lo faccia senza fare proclami.
Deve andare via a qualsiasi prezzo e costo.
meno male che i contestatori erano un centinaio
Il proprietario della squadra è chiaramente demotivato tanto che ha condotto un mercato estivo minimale e di basso profilo come è stato solito fare da tre anni a questa parte. Il pianto greco verso la lega calcio per invocare uno spostamento delle partite è patetico e non sortirà il minimo effetto, anzi esaspererà ancora di più i dirigenti di lega. Ma cosa pretende il friulano con una squadra di 15 uomini tra titolari e riserve in un campionato lungo e defatigante come quello di serie B?