Maresca ritrova il Palermo, quanti ricordi: il gol al Verona, la salvezza e l’addio
Per Maresca ritrovare il Palermo dovrà sembrare strano. L’ultima volta che si sono visti sullo stesso campo è stato il 15 maggio 2016: i rosanero si salvarono all’ultima giornata battendo il Verona e lui, tornato in squadra a furor di popolo, segnò il gol del nuovo vantaggio ad inizio ripresa (l’unica rete in 47 presenze con il club rosanero). Il giorno dopo Maresca assieme a tutti i compagni di squadra salì a Monte Pellegrino, carico della gratitudine di una tifoseria ma anche dell’orgoglio di essere stato uno degli artefici di quella salvezza.
A Maresca dovrà sembrare strano perché quel Palermo è svanito proprio quella sera di maggio: gli oltre 30 mila spettatori festanti e sollevati sugli spalti del Barbera non si sarebbero più rivisti (e forse non si rivedranno a breve) e Maresca, a missione compiuta e memore anche della scelta di metterlo fuori squadra, sarebbe passato per pochi mesi all’Hellas Verona, prima di annunciare la sua intenzione di smettere.
LE FOTO PIU’ BELLE DI PALERMO – VERONA 3-2
Senza i senatori (acclamati dai tifosi per la loro leadership in quel girone di ritorno) il Palermo è rimasto senza difese, in balia della corrente: la stagione 2016/17 è stato un naufragio su tutta la linea e la retrocessione inevitabile. Nel frattempo Maresca studiava per fare anche dopo la carriera da calciatore quello che sapeva fare meglio: il trascinatore, stavolta in panchina (partendo da Ascoli).
E una volta che il Palermo è retrocesso, nella primavera del 2017, lui (schietto come pochi altri) ha parlato senza nascondersi, con il dente avvelenato: “Già l’anno scorso si è provato a distruggere qualcosa, poi siamo riusciti in un miracolo. Quest’anno hanno deciso di riprovarci e ci sono riusciti bene. Un’intera città presa in giro”. Vedere il Palermo in B, dopo quanto era costata la salvezza l’anno prima, deve essere stato troppo anche per lui.
MARESCA: “CITTA’ PRESA IN GIRO”
La stranezza di questa “rimpatriata” sta tutta qui: tra il ricordo affezionato della tifoseria, dei compagni e della Sicilia (terra natia di sua figlia Sara) e l’amarezza di una storia finita male, troppo male, dopo una salvezza raggiunta con sofferenza e orgoglio. Un’esperienza tanto intensa non poteva che generare fiumi di parole, ma in fondo a lui delle chiacchiere è importato sempre poco: a parlare per lui ad Ascoli sarà il campo, anche questa volta, anche se, contro questo Palermo, sarà molto ma molto strano.
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A quei sostenitori che chiamano a raccolta il popolo palermitano e che continuano a difendere l indifendibile chiedo di leggere attentamente quello che ha dichiarato Maresca. Uomo con le p……e