Gazzetta – È un altro Palermo con mastro Tedino
“È un nuovo primato che sa di restaurazione. Un’opera forgiata dalle mani di Bruno Tedino, che come un artigiano di bottega ha lavorato su una struttura quasifatiscente rimettendola in piedi con un impianto solido”, ecco l’elogio de La Gazzetta dello Sport nei confronti di Tedino per il suo lavoro sul Palermo, tornato in vetta alla classifica di Serie B. Il tecnico rosanero ha saputo portare al primato una squadra con nomi che si sapeva avrebbero fatto la differenza in cadetteria, ma che non era assolutamente scontato.
“Ha lavorato sulla testa e sul potenziale di alcuni giocatori che da fantasmi, la scorsa stagione, sono tornati vivi”, sottolinea. A Tedino il merito di aver fatto rinascere giocatori come Chochev (forse l’esempio più lampante), Struna e Rispoli – in odore di addio in estate – . L’allenatore ha anche valorizzato i giocatori polacchi portati da Lupo, che hanno insidiato i titolari costringendoli a sgomitare e ad alzare l’asticella. “. Tedino ha ridato personalità e sicurezza tattica a una squadra che al primo gol incassato spariva”.
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La vittoria di Cremona ha portato con sé anche il rinnovo di Ilija Nestorovski. Il bomber macedone – per la prima volta in stagione non a segno in una vittoria dei rosanero – ha rinnovato il suo contratto fino al 2021. “Con questo prolungamento è riuscito a infrangere la maledizione della fascia. Finora nessuno dei capitani che si sono avvicendati negli ultimi anni nel Palermo è riuscito a spuntare un rinnovo: da Corini a Liverani, da Miccoli a Barreto fino a Sorrentino sono tutti arrivati a fine mandato senza un’ulteriore possibilità di candidatura”. Le bandiere non hanno mai avuto un buon rapporto con Zamparini che, questa volta, ha messo in atto un comportamento diverso.
Il lunedì rosanero è stato segnato anche dalla morte di Santiago “Ghito” Vernazza, bomber del Palermo tra il 1957 e il 1960 in Serie B e Serie A. “Per i palermitani è stato lo ‘sfondareti’, perchè le sfondava per davvero col tiro potentissimo. A Palermo Ghito fa sempre rima con mito”.
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