Lo “scantato del presepe” e lo sfincione del 7 dicembre. Le pagelle ironiche di Amenta e Ferrara
È un Palermo più decimato della British Expeditionary Force sulla spiaggia di Dunkirk, quello che si presenta al Barbera contro il Venezia. Tra infortunati, indisposti, beneficiari di legge 104, esodati e partecipanti allo sciopero dei pensionati, i convocati sono solo 19 e Tedino riesce a schierarne undici senza ricorrere all’aiuto da casa solo perché pesca anche tra chi era disponibile solo per smaltire in anticipo lo sfincione della sera del 7 dicembre.
Il vento e la bufera infuriano e quindi allo stadio non ci sono manco i cosacchi dello zar ma giusto i polacchi del Palermo. Non vedevamo un catenaccio così dai tempi di Palermo – Nola. Inzaghi rispolvera linea a 5 con libero dietro e centrocampisti che si fermano prima della linea del centrocampo onde evitare di prendere la scossa. Il Palermo ci prova per tutti e 96 minuti, compreso il recupero ma la palla non entra.
GLI HIGHLIGHTS DI PALERMO – VENEZIA
Forse Tedino avrebbe potuto azzardare qualcosa in più visto che, in avanti, il Venezia non ci sarebbe arrivato neanche se minacciato con pistola puntata alla tempia e riscatto già pagato. Tibie, rimpalli, cross, angoli, tiri, svirgolate, palle avvelenate e rubamazzo non sono serviti a nulla e ci troviamo solo un punto in più ma tanta salute in meno per il freddo polare del Barbera. Forza Palermo.
PERCHE’ NON HA GIOCATO NESTOROVSKI
Posavec – 6,5. Vestito di giallo come Valentino vestito di nuovo rimane inattivo per tutta la partita ma nell’unica occasione, su un tiro deviato, si fa trovare pronto. Titti.
Szyminski – 6,5. Sempre attento sulle palle alte, quelle basse e pure quelle a mezza altezza. Non che gli attaccanti del Venezia si vedano molto dalle sue parti ma lui sarebbe stato pronto. Operativo.
Struna – 6,5. Anche lui è poco impegnato però mette paura agli avversari con il suo consueto piglio da membro di una gang del Bronx. Il buono, il brutto e il cattivo.
Dawidowicz – 7. A volte si propone anche in avanti con discese repentine. Dietro c’era troppo poco lavoro e da buon idraulico polacco non riesce a stare con le mani in mano. Stakanov.
Rispoli – 6. Nel primo tempo non pervenuto. Nel secondo spinge un po’ di più ma ci sembra gli manchi l’esplosività dei giorni migliori. Letargo.
Alesaami – 6. Anche dal suo lato manca la spinta. Eppure con questo freddo dovrebbe sentirsi a casa. Norvegese.
(dall’85’ Embalo – s.v.)
PALERMO A BARI SENZA CENTROCAMPO
Jajalo – 7. Gioca da leader, forse in memoria di Chochev. Zittisce per la seconda settimana di seguito i suoi detrattori, tra cui noi. Pentiti (noi).
Murawski – 7. È il classico uomo ovunque dei più beceri luoghi comuni calcistici. Ubiquo.
Gnahorè – 6. Gioca con lucidità ma non trova mai il passaggio vincente. Slot machine.
(dal 69′ La Gumina – s.v.)
Coronado – 6,5. È l’unico che dà l’impressione di poter sbloccare la partita saltando l’uomo, ma non ci riesce anche perché i veneti lo ingabbiano come un tonno nella camera della mattanza. Pigghialo.
Trajkovski – 6,5. Non gioca male però non è attaccante, non è mezza punta, non è centrocampista e nemmeno ala. Non é.
Tedino – 5. La partita non era facile anche per l’emergenza con cui si è presentato. Però una punta in più mettila, benedetto figliolo, quando vedi che il Venezia ha organizzato nella propria area un
presepe vivente con tutto l’organico. Lo scantato del presepe.
Concordo in tutto. Soprattutto col giudizio su Tedino. Per 80 minuti il Venezia non ha superato la lunetta del centrocampo. Poteva passare alla difesa a 4 e La Gumina in più. Forse non avremmo vinto lo stesso, ma si doveva provare! Ciao
Il sei e mezzo di Trajkovski che è ?
Il regalo di Natale anticipato ?
“Si doveva provare”:
…se stasera
Incontriamo la corriera
Uno balza sul lancione
Uno acciuffa il postiglion
Due sorvegliano di fuori
Uno spoglia i viaggiatori
E ce ne andiam
Ma se siamo tre
Tre, tre somari e tre briganti
Solo tre
A a a ai ai ai ai ai
Trajkovski, per me non è punto. Può solo giocare nella trequarti avversaria quando si ricorda di essere un mezzo giocatore, ma schierarlo li in mezzo a tre difensori avversari è da suicidio.