Palermo, 7 vittorie in 9 confronti di serie B con l’Avellino
Nelle nove gare in serie B finora disputate in Sicilia, l’Avellino non è mai uscito vittorioso, anzi quasi sempre sconfitto: 7 vittorie del Palermo e 2 pari, 15 gol realizzati dai rosa e tre subiti. Il primo confronto “siciliano” risale al campionato di serie B 1973/74, finì 2-0 con le reti di Barbana e Pepe.
PALERMO – AVELLINO, FORMAZIONI UFFICIALI E DIRETTA TESTUALE
Ecco il tabellino:
PALERMO: Girardi; Pasetti, Zanin; Arcoleo, Pighin, Cerantola; Barbana, Ballabio, Magistrelli, Vianello, La Rosa. All. Viciani.
AVELLINO: Violo; Codraro, Tugliach; Piaser, Fumagalli, Fraccapani; Roccotelli, Collavini, Morrone, Fava, Ronchi. All. Giammarinaro.
TEDINO: “L’ASSENZA DI NESTO E’ PESANTE”
Altra sfida emozionante fu quella del 16 aprile 1978, il Palermo di Fernando Veneranda superò l’Avellino per 4 a 1, con reti rosanero di Majo, Chimenti, Osellame e Magistrelli. Una partita bellissima, giocata in condizioni meteorologiche proibitive con pioggia a dirotto e campo pesante e in più con il terrore del terremoto visto che poche ore prima la Sicilia aveva tremato per alcune forti scosse con epicentro nel messinese. L’Avellino chiuse il campionato in seconda posizione, insieme al Catanzaro, con 44 punti guadagnando la sua prima, storica promozione in Serie A. Il Palermo chiuse al sesto posto con 40 punti.
Bellissimo il ricordo dell’ultima sfida, giocata il 4 aprile 2014. La squadra dei record di Iachini si aggiudicò la sfida con gli irpini al Barbera per 2 a 0, consolidando il proprio primato solitario, portandosi a +13 dall’Empoli secondo (incredibile!!! proprio quello che sta accadendo in questo campionato ma a parti invertite). Ecco il tabellino di quella gara:
FOSCARINI: “PALERMO AGGUERRITO MA SONO FIDUCIOSO”
PALERMO: Sorrentino; Munoz (dal 34′ s.t. Milanovic), Terzi, Andelkovic; Stevanovic (dal 29′ s.t. Pisano), Bolzoni, Maresca, Barreto, Lazaar; Vazquez; Dybala (dal 7′ s.t. Lafferty). In panchina: Ujkani, Troianiello, Di Gennaro, Ngoyi, Daprelà, Belotti. All: Iachini.
AVELLINO: Seculin; Izzo, Fabbro, Pisacane, Millesi (dal 35′ s.t. Galabinov), Zappacosta, Schiavon (dal 20′ s.t. Angiulli), Arini, Bittante; Castaldo, Ciano. In panchina: Terracciano, De Vito, Togni, Massimo, Ladriere, Piccarisi, Pizza. All.: Rastelli.
Marcatori: 9′ s.t. Barreto (P), 42′ s.t. Bolzoni (P)
Complessivamente, tra serie B, C-1 e coppa Italia, le due squadre si sono affrontate 32 volte (e mai in serie A): 16 vittorie del Palermo, 6 dell’Avellino (tutte al Partenio) e 10 pareggi.
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Che meraviglia, ragazzi. In piedi da sinistra. Dario Pighin: arrivò dall’Udinese (allora in Serie C) come “contorno” del vero acquisto, il terzino Dario Zanin; e invece, si rivelò come uno dei difensori centrali più forti e affidabili della storia del Palermo. Sergio Magistrelli: croce e delizia di quegli anni; certe volte sembrava stare in piedi per scommessa e i malpensanti dicevano che la colpa fosse della moglie “troppobbona”. Aldo Cerantola, detto Frankenstein (basta guardarlo); libero “di classe” dotato (pare) di buone doti “extra-calcistiche”. Ignazio Arcoleo: che bisogno c’è che lo presenti ai più giovani; basta la parola. Fiorino Pepe: mezzala coriacea di buona corsa e di scarso piede. Angelo Bellavia: portiere “funambolo” di cui ricordo una “parata” su una palla destinata fuori che riuscì a deviare in porta; fece una brutta fine per ragioni che non sono mai state chiarite del tutto. Accosciati. Erminio Favalli: grande ala destra che giocava con i calzettoni abbassati e che eccelleva nel tuffo in aria di rigore (almeno 3-4 rigori a favore e stagione). E’ passato nel mondo dei più dopo essere tornato nella sua Cremona. Lorenzo Barlassina: moto perpetuo del centrocampo; giocatore di straordinaria generosità che ebbe il solo torto di indossare successivamente la maglia rosso-azzurra. Giacomo La Rosa: il primo dei due messinesi con questo cognome a giocare come ala sinistra nel Palermo; seconda punta di buona tecnica, veloce e sgusciante. Paolo Viganò, detto “’u’ biunnu”, anche lui passato a miglior vita da poco tempo; che ci fosse il sole o la pioggia e il fango, lui era lì sulla fascia sinistra a spingere e a tornare indietro (come dice Ligabue “finché ce n’è). Arturo Ballabio: attaccante un po’ grezzo ma di buone doti fisiche; ho letto che fa il missionario in Sud America. Un “eterno riposo” per chi non c’è più; un abbraccio per gli altri.
Ah, dimenticavo: laggiù in Gradinata, da qualche parte: Vitogol