Dybala: “Palermo, che ospitalità! A Mondello ho trovato il paradiso”
Paulo Dybala, attaccante del Palermo, dalle colonne del Guerin Sportivo ha parlato del suo primo approccio col capoluogo siciliano: “Il mio primo pensiero arrivato a Palermo? Un gran caldo. Pensai solo questo: che caldo che fa qui! In Argentina non esiste questa afa. Però mi hanno portato subito a Mondello e mi sono detto che quello era il paradiso. I palermitani dicono che se sei triste o addirittura depresso, a Mondello ti passa ogni cosa. Direi che è vero. A metà novembre c’è ancora gente che viene a fare il bagno. La cosa che mi piace di più dei palermitani è lo spirito di accoglienza. Sono tutti gentilissimi con me e ci tengono ad offrirmi il caffè. Qui è un gesto di grande ospitalità. Nei primi tempi però era più difficile trovare qualcuno che mi portasse al bar”. I suoi inizi in maglia rosanero, però, non sono stati semplici: “Ero molto piccolo, venivo dall’altra parte del mondo. Dovevo ambientarmi e capire che calcio fosse. Tutto qua. Penso che faccia parte di un normale processo di crescita. Non mi sono mai pentito della scelta, nemmeno quando siamo finiti in Serie B. Anzi, per me è stata un’esperienza importante, quella stagione mi ha formato, mi ha aiutato a crescere. Ho buttato le basi per quello che sto realizzando quest’anno. Se devo essere sincero, mi aspettavo le critiche. Per fortuna è un periodo che è durato poco, qui la gente mi è sempre stata molto vicina. Però mi dava fastidio il fatto di sentire che io fossi quello pagato tanto e che non segnava. Non vedevo l’ora di sbloccarmi, di dimostrare il mio valore, di fare capire ai critici che stavano sbagliando. Il mio riscatto è iniziato lo scorso anno contro il Bari. Era il primo marzo 2014. Era una partita molto complicata, noi eravamo la capolista con le inseguitrici che rincorrevano. Ho segnato nel finale e quel gol ci ha permesso di battere il Bari in casa. Ero entrato da poco in campo, al posto di Hernandez, a metà del secondo tempo. Dopo dieci minuti ho fatto gol. Lì è scattato qualcosa. Ricordo la squadra addosso per festeggiarmi. Dopo quel gol, ho iniziato a capire che il peggio era alle spalle”. Essere una celebrità a Palermo, adesso, non è più un peso: “Sia in campo che fuori, adesso non avverto pressioni particolari e sono molto tranquillo. Sentivo di dovere dimostrare qualcosa all’inizio, o quando ho avuto qualche difficoltà. Ma oggi non subisco la responsabilità di essere un personaggio pubblico. La gente di Palermo fa sempre sentire il suo sostegno tutta la squadra e io cerco sempre di accontentare i tifosi con una foto o un autografo. In fondo non mi costa nulla”.