Fassone sul ‘no’ dell’UEFA: “Danno d’immagine, ragioniamo con i nostri legali”
Marco Fassone non ci sta. Dopo il ‘no’ della UEFA al settlement agreement, l’amministratore delegato del Milan ha parlato dalla sede della Lega Serie A commentando la decisione.
“Mi sembra importante che il Milan assuma una posizione chiara dopo aver letto il comunicato della UEFA che mi ha raggiunto un paio di ore fa mentre eravamo in Assemblea – dice Fassone – il quale mi ha generato sorpresa e molta amarezza perché mi attendevo che la UEFA ci offrisse un settlement agreement, me lo attendevo perché da quando il Financial Fair Play è in vigore, è sempre stato offerto a tutti i club in situazioni analoghe a quella del Milan”.
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L’amministratore delegato prova a ripercorrere la vicenda: “La storia la sapete, noi siamo andati all’UEFA la prima volta 15 giorni dopo il closing, quindi ovviamente in condizioni estremamente premature per presentare dei piani, ci siamo ritornati a novembre dello scorso anno per discuetre del Voluntary Agreement, di cui avevamo diritto in quanto la proprietà era cambiata nel corso del 2017: non ci è stato consentito perché la commissione riteneva opportuna la garanzia bancaria da 165 milioni da parte della holding“.
“La Uefa ora però non ci concede il settlement per il fatto che la holding non abbia rifinanziato il debito con Elliott getta delle nubi sul futuro della società – continua -. Ma questa ipotesi non tiene conto la nostra proposta di sentire il nostro finanziatore che è Elliott che ha garantito una continuità dell’azienda, ma anche ai continui adempienti della proprietà del Milan come gli aumenti di capitale che sono stati versati con regolarità, ci sono rimasto male francamente, il dossier che doveva fare l’abbiamo fatto, poi ci sono dubbi che riguardano altri aspetti”.
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Fassone studia le contromosse: “Da domani parte l’analisi del dispositivo da parte dei nostri legali, averci deferito rappresenta un danno importante sotto il profilo dell’immagine, valuteremo con grandissima attenzione. Ci auguriamo di una valutazione serena, riporteremo dati con la massima serenità, ricordiamo che il Milan di oggi deve pagare delle violazioni che vanno dal 2014 al 2017 qiundi la proprietà era assolutamente diversa. Il rinvio comunque ci getta nell’amarezza e credo che la società meritasse un settlment che però non è arrivato”.