“Davvero Palermo deve pagare per colpe non sue? Tifosi, restiamo uniti”
Arriva la notizia che non avremmo mai voluto sentire: il Palermo punito con l’ultimo posto e la retrocessione in C per responsabilità oggettiva del club. Anche se sono donna di legge e studiosa del diritto non voglio entrare nel merito di una sentenza che arriva dalla giustizia sportiva e che ancora può essere appellata.
Mi limito solo a esprimere qualche dubbio di tipo logico – giuridico sulla motivazione a fondamento della responsabilità della società, le “presunte irregolarità” commesse in anni passati che si fanno ricadere esclusivamente sui tifosi e sulla città. Eppure molti, non riuscendo a distinguere fra amore per i colori rosanero e discutibili decisioni societarie, avevano disertato lo stadio in segno di protesta e questo macigno arriva proprio ora che tutti i tifosi si stavano ricompattando e cominciavano a innamorarsi di nuovo della squadra e di quello che rappresenta.
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Il dramma è vissuto ora da tutti i tifosi ma a ben vedere riguarda un’intera città, grande si, ma del profondo Sud, che in questi anni ha riposto nella squadra i propri sogni di riscatto e di rivalsa dopo secoli di ingiusta e ingiustificata sottomissione. Ma davvero una città così bella e così grande, con il sole, il mare, Monte Pellegrino e monumenti di eterna bellezza, deve essere punita per colpe che non ha commesso se non quella di amare?
Perché subire questa umiliazione? Dietro questa sentenza c’è Cecilia che vive lontano e che attende e che piange con me attraverso una videochiamata quando le faccio vedere il Barbera. C’è l’anziano tifoso che arriva in taxi davanti allo stadio e camminando piano raggiunge lo stadio per potere soffrire e gioire . Ci sono le donne tifose che cercano un’affermazione culturale e sportiva in un settore da sempre riservato agli uomini. Ci sono i bambini vestiti di rosa e non di maglie “strisciate” che si chiederanno perché non giochiamo più contro le squadre di città grandi e importanti come la nostra.
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Ci sono i giocatori che nonostante le peripezie della società che in questi ultimi tre anni, ha “proposto” più proprietari che allenatori, hanno cercato di dare il meglio e alla fine hanno occupato un dignitosissimo terzo posto in campo. Un terzo posto che è anche frutto del nostro sostegno e della nostra passione infinita manifestata con i nostri abbracci e i nostri selfie. No, non è giusto e non deve finire così. Possiamo e dobbiamo ancora sperare in una riforma di questa sentenza, per la nostra dignità di tifosi e per quella della nostra città.
Stiamo uniti, abbracciamoci e non molliamo neanche ora. Forza Palermo sempre e ora più che mai.
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I commenti di Delia sono sempre lucidi e appassionati, Speriamo che da questa triste esperienza (il cui esito è ancora da definire, almeno spero ..) la tifoseria ritrovi l’unità persa. Ho dei seri dubbi in proposito.
invece stavolta come mai la tifoseria è stata unita, Palermo ha disertato lo stadio e la zamparinese in modo massiccio. forse anche questa è una piccola rivoluzione.
Scritto con la testa e con il cuore
Brava delia
Il Palermo non poteva iscriversi? Chiedetelo alla Covisoc. Campionati non ne sono stati falsati, le partite sono state disputate tutte. Sentenza assurda.
non è giustizia questa assolutamente.cercano di farsi una verginita’ a spese del palermo su quel che gli conviene si dovrebbe parlare del milan a suo tempo occhi chiusi o del parma o del frosinone e poi perche’ hanno iscritto il palermo se non ne aveva i parametri…??…dovremmo fare sentire la nostra voce in modo energico e civile non puo’ passare tutto cosi’…lotito e mezzaroma e la salernitana ringraziano
L’articolo della dottoressa Romano esprime con chiarezza il disagio dell’intera città di Palermo. Ma lancia un messaggio positivo per tutti noi, che un vecchio adagio catturava per intero: l’unione fa la forza!