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Palermo, quanto è lungo un anno? Da Tedino a Pergolizzi: un’odissea

Quanto è lungo un anno calcistico a Palermo? Dura un anno o un secolo? Vi chiederete il perchè di questa domanda e vi rispondo subito. 25 settembre 2018, un anno fa: il Palermo perde a Brescia in serie B nel turno infrasettimanale della quinta giornata dopo aver ottenuto due vittorie di fila a Foggia e col Perugia; Bruno Tedino, in bilico per definizione, viene esonerato il giorno dopo e sostituito da Roberto Stellone che replica la staffetta di qualche mese prima.

Vi rendete conto di quello che è successo nel frattempo? Il Brescia adesso è in serie A; il Palermo (quello nuovo) in serie D; il Palermo (quello vecchio) è sull’orlo del fallimento; Maurizio Zamparini che a quel tempo pur non essendo formalmente presidente (era la De Angeli) guidava la società nel pieno delle sua facoltà (beh, più o meno), ha venduto, si è visto assegnare gli arresti domiciliari, è tornato libero e (probabilmente) incavolato per un finale di storia che non ha potuto governare in modo adeguato.

Volete fare anche il conto delle cessioni societarie e dei fugaci presidenti? E qui ci vuole il quadernetto per ricordare tutto. Vi ricordate gli allampanati inglesi? La Sport Capital Group? La matrioska delle società? Clive Richardson? Emanuele Facile? Lo “scippo” delle azioni? Il ritorno in tandem di Rino Foschi (stavolta il presidente è lui) e Daniela De Angeli? Arkus e Lucchesi? E la Tuttolomondo family?


E la squadra? Non ci sono più tracce (Accardi non possiamo considerarlo), tutti sparpagliati in giro per il mondo, qualcuno perfino in serie A (e Jajalo, ad esempio, lo meritava). Gli allenatori? Tedino galleggia a Teramo in serie C, Stellone è a casa in attesa di tempi migliori. Vi risparmio il numero di processi fatti, ancora da fare o in corso tra Palermo e Caltanissetta. E poi tutto il nuovo capitolo: bando, iscrizione, ritiro a Petralia, la ricostruzione della squadra: tutta roba che risale a nemmeno due mesi fa. E siccome il calcio è sentimento, ognuno di voi ripercorra intimamente – ricordando tutto ciò – il proprio percorso emotivo fatto di rabbia, soprattutto, illusioni inventate e spezzate, delusioni, acredine, speranza, comunque amore: anche se non corrisposto.

Siccome il calcio è fatto di cicli, qualcuno di noi magari rivedrà il Palermo in serie A e rivivrà le emozioni perdute e se questo avverrà presto – tutti si augurano di non aspettare altri 32 anni – magari si ricorderà di affollare lo stadio anche per l’Europa League, di non maledire un misero 0 a 0 contro l’Atalanta e di sorridere di quella volta che con l’entusiasmo dei bambini in gita scolastica andammo a espugnare il campo del Marsala. Però, ditemi voi, quanto è lungo un anno a Palermo?

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9 thoughts on “Palermo, quanto è lungo un anno? Da Tedino a Pergolizzi: un’odissea

  1. Grazie per questo editorialone (un neologismo il mio, “probabilmente” coniato “nel pieno delle mie facoltà”) che ci apre finalmente gli occhi su quanto accaduto non solo l’ultimo anno.

    p.s. chissà perché ci si ricorda sempre dei 4000 paganti in UEFA col Broendby per una “coppetta”, così definita dal “non si sa se già allora nel pieno delle sue facoltà” e si dimentica lo stadio pieno ad Agosto nel preliminare col Thun. Mistero.

    1. Prego. Ma non è un editoriale, nè editorialone, nè editorialino. Soltanto un racconto leggero perchè realmente a me – non so a lei – quest’ultimo anno mi se è sembrato lunghissimo, calcisticamente parlando. Sulla sua seconda affermazione aggiungo che è un mistero non solo il ricordo rimasto impresso ma è un mistero anche il perchè ci sia stata un’affluenza così diversa per partite tutto sommato di analoga importanza. Ma a me è rimasto impresso soprattutto il dato dei 10.000 spettatori contro lo Schalke, allora una delle squadre più significative d’Europa (gm)

      1. Si giocava di giovedì pomeriggio con lo Shalke, con negozi aperti e la gente che ancora a Palermo lavorava e non aveva bisogno di andare via in giro per il mondo. Di sera ci sarebbero stati numeri diversi.

  2. Un anno infinitamente lunghissimo. E sopratutto quanto saranno lunghi gli anni che dovrebbero portarci in serie A detta del Sindaco sono tre, quanto saranno lunghi ??
    E se poi non saranno tre…………è un calvario.
    Bisognava cercare certezze e con le premesse di questa società non ci sono assolutamente.
    In primis “stadio”. Una società che si rispetti e che voglia spiccare il volo deve avere lo stadio di proprietà e patrimonializzazione.

  3. Guido ottimo intervento come sempre…

    Mi limito a dire mai più Tedino a Palermo. L’anticalcio per definizione.

  4. bell’editoriale. Un unico appunto. Leggo tra le righe un certo rimprovero ai tifosi per aver disertato lo stadio per la coppa Uefa. Si dimentica però che ciò è stato frutto del totale disimpegno della società verso questa competizione apertamente vista come un fastidio dal quale liberarsi al più presto. Ricordiamo tutti il gradino più basso della storia internazionale del Palermo che andò volutamente a farsi massacrare nello stadio gremito del Fenerbache di Zico 3-0 schierando i ragazzini Sirigu, Cossentino, Parravicini, Ficano… Ecco quella fu la prima disillusione che fece capire ai tifosi che ben figurare in coppa non era nei programmi ( era il 2006 per chi non lo ricordasse).

  5. Se rivangare il passato recente fa male a tutti per lo squallore del peggior volto del calcio business che ci è toccato vivere sulla nostra pelle, c’è un passato più dignitoso anche se non così esaltante sul piano tecnico che è quello del 1987 e seguenti e che ci deve ispirare guardando al futuro, in parte ci sta già ispirando perchè lo zoccolo duro della tifoseria, i veri tifosi, lo stanno dimostrando in questi ultimi due mesi, i primi della nuova rinascita. Il Palermo ci sarà sempre perchè ci siamo noi!!!

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