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Vito Chimenti: “Palermo mi è rimasta dentro. E senza il fallo di Cabrini….”

Vito Chimenti si racconta. Dopo il suo “ritorno in campo” come rappresentante dei tifosi, la leggenda rosanero dice la sua a Repubblica Palermo sul legame con i colori rosanero e la città, tra ricordi, rimpianti e uno sguardo al futuro.

Intervistato da Valerio Tripi, Chimenti ripercorre la propria storia in rosanero, dalla figura di Erminio Favalli… al calcione di Cabrini nella finale di Coppa Italia: “Sicuramente mi portavo la coppa a casa. Ne sono sicuro. Mi dispiace molto, ma nel calcio sono cose che capitano. In altre partite ho preso calci, ma non così da essere costretto a lasciare il campo. Mi ha preso nel mio punto debole e non sono più riuscito a giocare. Erminio Favalli è stata una persona importante per il Palermo, oltre a essere un giocatore e un capitano era tutto per il Palermo. Faceva anche sacrifici personali per il Palermo e ha aiutato molto la società contribuendo di tasca sua”.

E sul presente e sul suo nuovo ruolo nella Consulta d’indirizzo sottolinea: “È un incarico che mi riempie di orgoglio speriamo di essere all’altezza della situazione. Mi metto a disposizione di tutti per il bene del Palermo. Penso di avere lasciato un buon ricordo e ho ricevuto un affetto immenso. È un rapporto speciale che spero di continuare a coltivare. Cosa mi viene in mente quando penso al Palermo? Gratitudine. È una città che mi ha dato tante soddisfazioni e mi ha permesso di raggiungere traguardi importanti da giocatore. Palermo e il Palermo sono rimasti dentro di me”.


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3 thoughts on “Vito Chimenti: “Palermo mi è rimasta dentro. E senza il fallo di Cabrini….”

  1. Premesso che non sono uno strisciato tantomeno x la Juventus, ricordo che x un fallaccio a Bettega furono rotte alcune costole e dovette uscire, pertanto essendosi ristabilita la parità di attaccanti non credo che Chimenti si sarebbe portata a casa la coppa….

  2. Ero un bambino quando mio padre mi portò per la prima volta a vedere il Palermo giocare in coppa contro il Napoli di Savoldi, e mi disse: “questi sono i colori per i quali tifare i colori della squadra sella tua città”. Da bambino giocando per strada ci si divideva in interisti contro juventini e non sò neanche io come mai finì per giocare fra gli interisti. Ma non avevo ancora vissuto l’aria della Favorita. Quel giorno alla vecchia Favorita Vito fece un gioco di prestigio:- mentre era chiuso all’altezza della bandierina del calcio d’angolo saltò tre giocatori con una giocata che divenne famosissima “la genialata del colpo della bicicletta”. (Consisteva nell’alzare la sfera tenendola stretta a tenaglia fra i piedi e sinergicamente colpire la palla con il tacco al volo facendola passare sopra la testa degli avversari con un pallonetto) da quel giorno lì esplose l’amore per Vito Chimenti ed il mio Palermo che nel tempo è diventata una vera Fede. Grazie Vito per avermi fatto divenire rosanero

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