La Superlega è ufficiale: 12 i club fondatori, tre sono italiani
Con un comunicato ufficiale diffuso dopo la mezzanotte (ora italiana) del 19 aprile, dodici club europei fondatori annunciano ufficialmente la nascita della Superlega: il progetto per una nuova competizione europea che già nel pomeriggio ha avuto il pesantissimo “no” di Uefa, federazioni e principali leghe nazionali (che minacciano cause miliardarie e sanzioni sportive durissime).
L’annuncio è l’ultimo atto di una domenica carica di tensione, tra indiscrezioni, comunicati e anche la presa di posizione (imbarazzata) dell’Eca, l’associazione dei club europei che oggi si è riunita in via straordinaria ma senza i 12 club “fondatori” della nuova Superlega – tra cui anche il presidente di Eca e Juventus Andrea Agnelli – pronti ad avviare un progetto dalle cifre astronomiche
In ordine alfabetico i club sono (in grassetto le italiane): Associazione Calcio Milan S.p.A., Arsenal Holdings Limited, Club Atlético de Madrid S.A.D., Chelsea Football Club Limited, Football Club Barcelona, F.C. Internazionale Milano S.p.A., Juventus Football Club S.p.A., The Liverpool Football Club and Athletic Grounds Limited, Manchester City Football Club Limited, Manchester United Football Club Limited, Real Madrid Club de Futbol e Tottenham Hotspur Limited.
La stessa Juventus in una nota afferma che i club hanno sottoscritto un accordo “per la creazione di una nuova competizione calcistica europea, la Super League. I club hanno concordato di partecipare alla Super League con un progetto di lungo termine. È previsto che altri top club europei aderiscano al progetto Super League, così da costituire un nucleo di club composto da un numero massimo di 15 membri fondatori permanenti, ai quali, in ciascuna stagione sportiva, si aggiungeranno altri club secondo un processo di ammissione, per un totale di 20 club.
I club fondatori continueranno a partecipare alle rispettive competizioni nazionali e, fino all’avvio effettivo della Super League, Juventus ritiene di partecipare alle competizioni europee alle quali ha titolo di accedere. I club fondatori desiderano attuare il progetto Super League in accordo con FIFA e UEFA, tenendo in considerazione gli interessi degli altri stakeholder che fanno parte dell’ecosistema calcistico. Al contempo, onde assicurare il buon esito del progetto e così darvi pronta esecuzione, la società costituita per la Super League potrebbe anche agire in via giudiziale al fine di tutelare i propri diritti.
La Super League sarà infatti organizzata e gestita da un’apposita società partecipata da ciascun club in egual misura. L’accordo prevede, pertanto, l’impegno di ciascun club a sottoscrivere una quota del capitale sociale della società, con un investimento iniziale di Euro 2 milioni incrementabili, ove necessario, fino a ulteriori Euro 8 milioni.
All’avvio effettivo della Super League ed a seguito della commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi alla competizione, in base all’accordo è previsto che i club fondatori ricevano nel complesso un contributo di importo netto indicativamente pari a Euro 3,5 miliardi, che verrà erogato in un’unica soluzione; questa somma, che sarà ripartita tra i club fondatori secondo percentuali da definire in base al numero definitivo di club fondatori , sarà resa disponibile attraverso adeguati strumenti di finanziamento sottoscritti da primarie istituzioni finanziarie internazionali”.
“Juventus confida che la Super League crei valore a lungo termine per la Società e per l’intero movimento calcistico. I club fondatori faranno tutto quanto possibile per realizzare il progetto nel più breve tempo possibile. Tuttavia, la Società non può al momento assicurare che il progetto sarà effettivamente realizzato né prevedere in modo preciso la relativa tempistica. La Società non dispone quindi allo stato di tutti gli elementi necessari al fine di svolgere valutazioni di dettaglio sull’impatto che la Super League potrà avere sulle sue condizioni e performance finanziarie ed economiche”.
In fin dei conti è logico perchè il calcio è business dove le società piu’ forti economicamente competono, vincono, quindi le società piu’ grandi vogliono soprastare x i propri interessi economici. La retorica dello sport è fuori luogo quando vi sono capitali di emzzo.
In fin dei conti è logico perchè il calcio è business dove le società piu’ forti economicamente competono, vincono, quindi le società piu’ grandi vogliono soprastare x i propri interessi economici. La retorica dello sport è inutile quando vi sono capitali di mezzo.
E’ una vera schifezza, l’antitesi dello sport. Seguo abbastanza il calcio, e mi piace illudermi che si tratti ancora di sport. Così no, si escludono a priori le squadre che non farebbero parte di questa aristocrazia autonominata. Che vadano al diavolo. Tutto finto, tutto solo spettacolo. Solo business. Giochino tra loro, e si fo..ano
Non è che il resto del calcio sia sport pulito, ma almeno esiste la possibilità che il Verona vinca uno scudetto, l’Atalanta disputi la Champion’s, il Palermo vinca qualche partita con le grandi. Tra l’altro non capiscono che a forza di farne un business il calcio nelle nuove generazioni sta già declinando. Chi troppo vuole nulla stringe.
Cosi facendo lo scudetto in assenza di Inter,Mila, Juve in serie A potrebbero vincerlo di solito Roma, Napoli.
Di cosa dobbiamo stupirci quando sappiamo benissimo che il calcio e business e finchè ci sarà chi si fa abbonamenti TV e merchandise loro continueranno a pagare ingaggi milionari alla fine ci accorgeremo , ma già per molti è così, che non ci divertono più.
Fatevelo sto campionato tra di voi io non lo seguirò di sicuro.