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Gravina: “Superlega? Le regole prevedono l’esclusione dal campionato”

Progetto Superlega, le possibili “pene” per la Juventus e la candidatura alla giunta nazionale del CONI. Sono gli argomenti trattati dal presidente della Figc Gabriele Gravina in un’intervista rilasciata a Radio Anch’io Lo Sport su RadioRai.

“Tra UEFA e i club rimasti nel progetto sbaglia di più chi non rispetta i principi a cui bisogna ispirarsi – afferma -. Sono principi semplici, affermati dalla Carta Olimpica e poi riportati dagli statuti delle federazioni nazionali e internazionali. Sono principi chiari, in cui viene stabilita l’esclusività della gestione dello sport. Questo muro contro muro non fa bene al mondo dello sport, non fa bene ad alcuni club: mi auguro che nel giro di pochissimo, magari qualche ora, ci possa essere la fine di questa lotta. Le regole prevedono la non partecipazione al nostro campionato se non si accettano i principi previsti dalla federazione e dalla UEFA”.

“Io mi auguro e auspico che questa controversia possa essere sanata nel più breve tempo possibile – prosegue -: siamo un po’ tutti stanchi di questo braccio di ferro tra l’UEFA e questi tre club. Io spero di poter essere mediatore tra la Juventus e la UEFA: non fa bene al calcio internazionale, al calcio italiano, alla Juventus”.


Gravina evidenzia forti preoccupazioni: “Oggi il mondo del calcio ha raggiunto la soglia dei 5 miliardi di indebitamento, dobbiamo iniziare a mettere sotto controllo i costi. Mi sono permesso di dire che per la stagione 21/22 faremo una raccomandazione, che sarà inserita all’interno dei regolamenti delle singole leghe, di non superare la soglia dei costi della stagione 20/21 e poi ipotizzare un abbattimento dei costi dal 10 al 20 per cento all’anno nelle stagioni successive. Mi preoccupa soprattutto un segnale devastante: la perdita di oltre duecentomila tesserati”.

Infine l’idea sul cambio del format della Coppa Italia: “Credo pesi un errore strategico, di metodo di lavoro, che purtroppo contraddistingue spesso il mondo dello sport e del calcio: la scarsità di dialogo. Io penso che le componenti debbano parlarsi e confrontarsi un po’ di più, partecipando ai processi legati a una progettualità”.

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