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Abel Hernandez: “Palermo mi è rimasta nel cuore, tornerei di corsa”

5 anni con la maglia del Palermo, 111 presenze e 31 gol. Il Palermo è stata la sola esperienza italiana dell’attaccante uruguaiano. Con 4 gol messi a segno in Europa League, condivide con Franco Brienza il primato di miglior marcatore del Palermo nella seconda competizione europea. La sua seconda esperienza più importante l’ha maturata con l’Hull City. Oggi ha 30 anni, gioca nella Fluminense.

“Se tornerei a Palermo? Sì. Sono nel pieno della maturità, potrei fare meglio del passato. Aspettando ovviamente la promozione dei rosanero”. Parola di Abel Hernandez, che si racconta in una intervista realizzata da Salvatore Geraci per la pagina sportiva del sabato di Repubblica Palermo.

L’attaccante uruguagio è ripartito dal Messico (gioca nell’Atletico di San Luis) e a 31 anni si gode la famiglia (moglie e due figli). Ma dopo una vita da giramondo, difficile dimenticare una vita di avventure. Anche quelle di Palermo (e non solo in campo): “Le mie notti magiche? Se ne parlava ai miei tempi, però molte storielle venivano inventate. Ero giovanissimo e non così stupido da andare nei locali dopo una sconfitta. Capitò una sola volta e successe un casino. Ora sono più tranquillo, sto mettendo la testa a posto. Allenatori? Fondamentale, Delio Rossi. Mi ha fatto capire che in A si deve correre. Ma sono rimasto legato anche a Gattuso. Tutto lo spogliatoio gli voleva bene. Quello che ricordo meno? Mutti. Lui lo sa”.

Indelebile il ricordo di Zamparini: “Non potrò mai dimenticare che mi ha portato in Europa. Un aneddoto riguarda il mio addio: era fatta con l’Hull City, ma il presidente non rispondeva al cellulare perché gli dispiaceva cedermi e valutava comunque un’altra proposta del Benfica. E allora io, il mio procuratore e anche Mino Raiola, ci recammo ad Aiello del Friuli, dove abitava, con l’offerta. Lui prese i documenti e rientrò mentre io aspettavo fuori. Una scenetta divertente. Perché lasciare Palermo? Avevo bisogno di cambiare aria, sentivo di non potere dare di più”.


E alla fine manda anche un messaggio alla sua Palermo: “Mi auguro che al più presto torni a splendere. Mi è rimasta nel cuore. Ho trascorso in rosa periodi stupendi e conservato foto di avvenimenti felici. Mi piacerebbe almeno rivedere, e far conoscere alla mia famiglia, i posti dove ho vissuto e i molti amici. Seguo i risultati e noto con soddisfazione che è in piena corsa anche se mercoledì ha pareggiato. Può rifarsi subito. Importante arrivare agli spareggi nella migliore condizione. Penso che, appena in B, sarà un’altra cosa”.

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4 thoughts on “Abel Hernandez: “Palermo mi è rimasta nel cuore, tornerei di corsa”

  1. Aveva le potenzialità per diventare uno dei più forti al mondo , anche meglio di Cavani. Peccato che rimasero solo potenzialità ma quello che faceva questo giocatore a 17 anni lo facevano solo i veri campioni.

  2. Quanto ha rotto le palle Zamparini con quel Palermo che sfidava i poteri forti del calcio, spesso sconfiggendoli . Poi naturalmente ha pagato , lui e noi , questa voglia di sfidare personaggi sino ad allora intoccabili. Che difficoltà in quel periodo nel dover parlare del piccolo Palermo. Giornalisti in difficoltà notevoli . Ma chi sono questi ? Cosa vogliono?

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