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De Bellis a Repubblica: “Palermo fai in fretta, voglio festeggiare la A”

“De Bellis, bandiera rosa: Palermo, fai in fretta, voglio festeggiare la A”. Si intitola così l’intervista/ritratto realizzata da Salvatore Geraci (sulle pagine di Repubblica Palermo) a Tonino De Bellis, leggenda vivente del Palermo – prima da calciatore poi da tecnico – e che nella città di Palermo, dove poi è rimasto, ha vissuto 65 di quelli che lui definisce i suoi “primi ottantacinque anni”.

Nelle parole di De Bellis, i ricordi del passato si mescolano alle emozioni del presente: “Mi tolsero la voglia di andare allo stadio. Un inserviente mi mise alla porta perché, in ritardo, non avevo biglietto e i botteghini erano chiusi. Del resto, Zamparini non aveva un’anima palermitana, non sono mai riuscito a capire se voleva bene a questi colori e alla città. […] Il Palermo? Lo seguo in televisione, ho vissuto la festa della promozione da casa. Una grande emozione che si unisce a quelle di quando giocavo. Promozione in A? Vorrei esserci. Che facciano in fretta (sorride, ndr). Per i nuovi arrivati, non è una questione di quattrini ma di organizzazione”.

“Una bandiera? Di più”, sottolinea Salvatore Geraci che riporta le sue parole e i ricordi di una vita, a cominciare da quelli di campo: “Un calcio che non esiste più. Nel 1957, fu il mitico Vilardo a scoprirmi. Primo ingaggio, 35mila lire, lo stipendio di un operaio. Barbera e Vizzini? Come Barbera non ce ne saranno più anche se riconosco che debbo molto a Vizzini. Mi diede una compagnia di assicurazioni e il… futuro”.


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8 thoughts on “De Bellis a Repubblica: “Palermo fai in fretta, voglio festeggiare la A”

  1. Non capisco a che titolo doveva entrare gratis o a sbafo come si suol dire,gli inservienti sono in ospedale allo stadio gli addetti al controllo si chiamano steward, di certo quando giocava non eraa altro che un mediocre terzino di serie B.

  2. Mito assoluto, roccia De Bellis. Però non capisco cosa c’entri Zamparini, con gli ‘inservienti’, che d’altronde stanno/vano lì per svolgere, retribuiti, il loro compito di controllo (biglietti, tessera abbonamento, accrediti etc.).

  3. Vilardo, il Segretario, mitico anche lui, certo. Anni 50/inizi 60. Era elegantissimo, nonostante un fisico, come dire, ‘molto pesante’. Vestiti di puro lino, camicia in tinta, cravatte scure di Pustorino. Palermo allora era ancora un città di ‘antiche eleganze’ come dirà il Conte Nuvoletti nel trattato ‘Elogio della cravatta’. Il taglio palermitano La Parola, sartoria di lusso, invidiato in tutta Italia, Napoli compresa. Vilardo però era molto ‘chiacchierato’, si può definire l’inventore dei ‘trachiggi’, grazie ai quali però, in assenza di tanti piccioli, riusciva a mettere insieme formazioni più che dignitose. Ed anche il primo trader di successo del calcio-mercato, perché capace di comprare e rivendere lo stesso giocatore nell’arco di poche ore, ricavandone buone plusvalenze. Finirà radiato, per un tentativo di illecito sportivo, ma con prove molto esili.

    1. Ho una lontana parentela con la famiglia La Parola. Mi fa piacere che la ricordi e la citi. Per altro la penultima generazione ha prodotto un quotato pittore e l’ultima generazione un’affermata costumista cinematografica ,Cristina, e un altrettanto apprezzato regista, Giovanni.

  4. Domenico Pizzo, quanti anni hai? Io ne ho 76 ed ho visto giocare il mitico Tonino De Bellis: tu non puoi essere un tifoso del Palermo se asserisci che Tonino era “un mediocre terzino di serie B”. Vai a scrivere i tuoi commenti sui siti delle strisciate.

    1. La posso compatire considerato la sua anzianità ma mi faccia capire sempre se comprende quale è stato l’apice della carriera calcistica del suo beniamino..è stato convocato in nazionale o ha mai vinto qualcosa anziché offendere azioni quello che resta del suo cervello prima di aprire la bocca ..senza offesa

  5. Da ragazzino seguivio il Palermo allo stadio.Vi posso assicurare che De Bellis e’ stato uno dei piu’ forti calciatori del Palermo(doveva andare all’Inter).Con lui in campo nenneno il mitico Gigi Riva passava facilmente.Se non fanno entrare allo stadio uno dei piu’ grandi calciatori del Palermo c’e’ sicuramente qualche errore di persona(non lo hanno riconosciuto)se non come si spiega?E come non fare entrare gratis uno come Miccoli per esempio.Grande Tonino De BELLIS.

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