Brunori: “Ora sogno la A col Palermo e di diventare capitano”
“Quando sono arrivato a Palermo ho sentito sensazioni magiche. Si respira calcio e i palermitani trasmettono un calore fuori dal normale. E lo percepisci ovunque”. Sono le parole di Matteo Brunori intervistato su DAZN Talk da Orazio Accomando e Nicola Sechi.
“Brunori sessuale? Ormai è detto ovunque, me lo scrivono anche nelle foto del matrimonio – spiega -. Inizialmente mia moglie era spaventata, poi ha capito che è un soprannome dei tifosi. Dovevo sposarmi da tre anni, ma abbiamo rimandato per il Covid. Parlando col direttore durante i playoff, dissi che avevo una data che non riuscivo a spostare. Lui mi disse di andare avanti, poi si vede. Il mister invece esclamò: “Matteo tu ti sposi, ma ho paura che se ci sarà rigore lo sbagli”. Poi lo hanno fischiato e l’ho segnato“.
“L’entusiasmo che ti dà una piazza del genere non la trasmette nessuno – prosegue -. Ti portano a superare tutto. Mondello poi è fantastica. Amo anche l’arancina con la carne. Come dolci, il cannolo”. Poi si torna sul campo. “Il mio obiettivo è la doppia cifra ma non vorrei metterne uno preciso visto che l’anno scorso non l’ho fatto”.
“Allucinante entrare allo stadio e sentire il calore che ti spinge fino all’ultimo secondo – racconta –. Quest’anno è una B particolare con realtà che hanno giocato calcio vero. Ma sarà bellissimo. Tatuaggio? Già ho preso appuntamento per l’aquila del Palermo e la data del matrimonio”.
Matteo descrive “vecchi” e “nuovi” tecnici. “Baldini è entrato dentro ognuno di noi. Ci ha rivoluzionato con le sue idee e con principi molto particolari. Con me è nato un rapporto leale, possiamo solo ringraziarlo. Corini conosce benissimo la categoria e l’ha vinta, con idee chiare e lo stiamo seguendo al massimo. Il sogno ora è di fare uno scalino in più, arrivare in A con questa squadra il prima possibile”.
Si parla anche di origini: “Vorrei tornare dove sono nato e analizzare il mio passato. Ho qualche vago ricordo ma vorrei tornare lì per vedere la casa in cui stavo. Mi piaceva tanto Kakà quando era al Milan. Io comunque non mi sento una prima punta classica, mi piace giocare con la squadra. Io capitano? Sarebbe bellissimo, ho scelto di tornare perché sentivo la città mia”.
“Mi piacerebbe giocare in Nazionale. Juve? Lì c’è perfezione in tutto, ma c’erano distanze da rispettare. Anche se quell’anno siamo arrivati in finale con la Ternana ed è stato bellissimo. Il mio momento più difficile è stato quando dai professionisti sono ripartito dall’Eccellenza cercando un lavoro. Non potevo andare avanti solo con il calcio dilettantistico, ma volevo continuare anche se in quel momento capivo che dovevo darmi da fare. Quest’anno ho scelto di restare anche se era uscita qualche voce dal massimo campionato ma ad oggi vedo solo Palermo”, conclude.
Ti auguro di raggiungere bei traguardi, ma una cosa te la voglio dire.
Se dalla prossima partita si ha l’occasione di passare in vantaggio e, un tuo compagno è smarcato ed ha più possibilità di segnare, passagliela la palla.
A Bari al 47settesimo l’occasione è stata lampante.
Perfettamente d’accordo.
C’è poco da fare, un attaccante è un attaccante!
Oltretutto hai un buon piede e sai rifinire per gli altri a tua volta …