Tutino, vamos a bailar… col gol: Palermo sogna col suo scugnizzo
Le partite a carte, la danza e quella Serie A sfiorata con un dito e mai agguantata con tutta la mano. Il sogno del calcio, ora trasferito nella maglia rosanero del Palermo, con cui spera di diventare campione. Magari attraverso una promozione. Ad appena 26 anni e con le sue caratteristiche sperare è del tutto lecito. E Gennaro Tutino ha le carte in regola per riuscire nell’impresa.
Nato a Napoli e cresciuto nella frazione di Lago Patria nel mito dei… “Ronaldo”. Dal Fenomeno a Cr7, passando per “Dinho”, con una profonda ammirazione per l’ex compagno al Bari Castrovilli “uno dei migliori centrocampisti italiani”. Un napoletano “scottato” dalla squadra della sua stessa città. Tutino, che ha cominciato la sua carriera nelle giovanili dei partenopei, la maglia azzurra non l’avrebbe mai lasciata. Di proprietà del Napoli dal 2008 al 2021, in mezzo tantissimi prestiti e mai un luogo da chiamare casa. Neanche a Parma, formazione che lo ha acquistato dopo averlo avuto in prestito nella stagione 2021, per poi girarlo proprio ai rosa.
“Prima di arrivare a Salerno, a inizio ritiro, parlai con Giuntoli e dissi che ero disposto a rimanere a Napoli. Lui rideva e pensava che io fossi un pazzo, era convinto che dovessi fare un altro step. Non voglio dire che il Napoli non abbia creduto in me: in questi anni non ho dimostrato tutto il mio potenziale”, dice a “Box to Box”, programma della Salernitana in cui rilasciò una lunga intervista.
A 16 anni era già tra le stelle: il primo ritiro fu con Benitez insieme a compagni come Hamsik, e da lì a poco sarebbero arrivati anche Higuain, Mertens e Callejon. Già c’era Cavani – personaggio abbastanza conosciuto in viale del Fante -, con cui ha anche una foto diventata tesoretto. Quel Napoli dei big che si avviava verso il futuro, insomma, quando lui era solo uno scugnizzo. Tutti volevano Tutino, anche l’Inter (che lo ospitò a Milano insieme ai suoi), la Juventus e… il Manchester City. Ora proprietario del Palermo. Scherzetti della vita. Lui disse “no”, voleva solo il Napoli. Un errore, a posteriori?
Nella sua vita il punto fermo è la famiglia: c’è papà Alfredo, mamma Loredana e il fratello Giuseppe, che lo hanno sempre supportato sacrificandosi per il suo avvenire. Poi la figlia Benedetta, gioia indescrivibile per la quale farebbe di tutto, e la compagna di sempre Arianna, conosciuta quando entrambi avevano 15 anni ad una festa al Vomero. E, ovviamente, l’affetto per nonna Rita (la cui scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile) e nonna Emilia, la più grande tifosa di Tutino. Indimenticabili le nottate passate a giocare a scopa: momenti di crescita e dolcezza.
Di passioni, in effetti, Gennaro ne ha avute tante. Stava per diventare ballerino prima di scegliere il calcio a 11 anni. Ci provò realmente, eseguendo anche tre saggi di fronte a una platea e una giuria, poi preferì i dribbling ai demi plié. La musica comunque, non l’ha mai abbandonata e i motivetti classici sono stati sostituiti dalla chitarra di Pino Daniele, scomparso nel 2015, al quale ha anche dedicato un post Instagram chiamandolo “maestro”.
A 17 anni la prima esperienza fuori da casa per costruirsi un futuro nel calcio, a Vicenza. Lì il momento più brutto della carriera dopo l’infortunio al legamento, che lo costrinse a stare fuori per 5 mesi. Qualche “colpo di testa” dato dalla giovane età fece il resto. Tutino, che era del Napoli, pensava infatti di essere già arrivato e l’immaturità giocò un ruolo fondamentale nel suo cammino. Una ricetta che si sposa male col successo, ma che gli ha insegnato a diventare uomo. O ti alzi o affondi, si dice.
Una delle sue caratteristiche è infatti la forza di volontà e il gran carattere, doti che adesso vorrà mettere al servizio del Palermo: Tutino segue un’alimentazione rigida da anni e non ha mai dimenticato l’obiettivo Serie A. Non si è mai nascosto dietro un dito, lo ha detto in ogni piazza in cui è andato. E dire che c’era quasi riuscito: esordì nel massimo campionato con il Verona di Juric (2019) ma concluse la sua esperienza dopo pochi mesi per incomprensioni con l’allenatore passando all’Empoli.
Il 25 settembre 2020, l’attaccante andò in prestito alla Salernitana e concluse la sua stagione con 14 gol, diventando il miglior marcatore stagionale dei suoi. L’ultimo gol sancisce il ritorno in A della formazione dopo 22 anni. Ma anche lì fu sedotto e abbandonato: e cominciò l’avventura “crociata” a Parma. Tutta esperienza da immagazzinare e che lo ha fatto crescere in attesa di esplodere. “Tra la A e la B ci sono 4 – 5 categorie, soprattutto nella testa”, dice. E proprio con questi concetti accompagnerà Brunori in attacco. Il momento è ora o mai più, con una ritrovata freschezza e consapevolezza: Tutino è chiamato a prendere il treno del gol. I presupposti ci sono.
foto credit: Gennaro Tutino (pagina Twitter e Instagram)
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Raramente ho letto un’agiografia simile… neanche per Halland… La verità sta nei commenti dei tifosi del Parma: in pratica, “ce ne siamo liberati”…
Allora vatti a leggere i commenti dei tifosi della Salernitana. Ma noi invece quando “ci libereremo” dei tuoi commenti acidi, incompetenti e completamente infondati?
Ma non si chiamava Luigi? Ha cambiato nick ma la salsa è la stessa
Veramente il mio nik è sempre lo stesso… la vostra salsa, a leccare la nuova proprietà, invece è avariata…
Avevo già detto che non avrei più risposto agli azzerbinati City Group.
Solo una considerazione: siete sempre di meno, per fortuna…
si nei tuoi sogni
I tuoi scegliendo alla nascita di chiamarti Dario hanno irrimediabilmente forgiato il tuo carattere e il tuo intelletto: Dario detto anche Bastian contrario😂😂
Ma che era, ‘na battuta? Zelig ancora esiste?
Caro dario mi sa che hai un po’ equivocato i commenti dei parmensi o sei andato a leggere proprio quei due o tre che, come te, di divertono a dire male di tutto e di tutti.
Non ho equivocato proprio nulla… e ho letto decine e decine di commenti, in cui esprimono la loro esultanza…
e non hai letto quelli che scrivono che è un buon giocatore, fisicamente sano (non come altri che hanno) e che sostanzialmente è stato usato fuori ruolo ? e che il modulo usato dal loro mister non era adatto? è chiaro che è più semplice dire “non fa gol, non lo vogliamo”, mentre è più difficile individuare le cause tecniche…guarda che di solito l’interpretazione più semplice è quella sbagliata, soprattutto quando si tratta di questioni molto tecniche
Questo soggetto non fa che insultare.Tipico di chi non ha argomenti. Insulta. Leccare, azzerbinati. Condividere i progetti e le idee di questa proprietà (oltre che i fatti, tipo il centro sportivo) sulla base di quanto ampiamente detto in mesi e mesi ormai dal passaggio di consegne e di proprietà per questo qui significa essere asserviti. Ripeto: siamo davanti ad un individuo che non capisce NULLA di calcio, a prescindere; che critica senza alcun fondamento chiunque, dai magazzinieri a Mirri e insulta chi approva. Mi pare che non ci sia veramente altro da aggiungere.
Al di là della qualità dei giocatori che non giudico perché non mi permett9 , trovo qualcosa in questa squadra di freddo, di poco passionale di non ben amalgamato…di non ben riuscito. senza leader, un insieme di giocatori più o meno bravi ma …..