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Palermo, si riaccende il “Barbera”: dai tifosi può arrivare la spinta decisiva

FOTO PEPE / PUGLIA

È tornato l’entusiasmo fra i tifosi, prova ne è il record stagionale di presenze al Barbera in occasione della sfida contro la Reggina, in un freddo pomeriggio di febbraio. C’era da aspettarselo perché il tifoso palermitano medio “si accende” solo di fronte a risultati positivi concreti e duraturi, cosa certamente discutibile ma è un dato di fatto e quindi bisogna trarne l’aspetto migliore.

Il calcio è uno sport affascinante perché coinvolge vari aspetti che non sono solo quelli strettamente sportivi. Se le cose ora vanno bene e ci ritroviamo al sesto posto della classifica è per una concomitanza di fattori di cui si discute senza tenere conto spesso del fenomeno nella sua globalità.

Un primo fattore è rappresentato dalla nuova società di maggioranza, una potenza di livello internazionale, che ha certamente programmato un percorso in continua crescita della squadra e che ha operato un mercato di gennaio eccellente che non si vedeva a Palermo dai tempi del primo Zamparini.


Il secondo elemento è l’allenatore, Corini, spesso criticato (e ci può stare) ma addirittura offeso in alcune occasioni da tifosi impazienti e intransigenti che non hanno avuto rispetto per il suo prezioso contributo da giocatore nella squadra della promozione in A del 2004. Sicuramente Corini è stato umile perché ha saputo modificare le sue idee di gioco adattandole ai giocatori di cui disponeva, il suo rapporto con la squadra è migliorato e a poco a poco sta formando un gruppo coeso che lo ascolta e che ha voglia di giocare e di mettersi in mostra.

L’abbraccio liberatorio di Brunori dopo il rigore nella partita contro la Reggina è l’emblema di questa ritrovata fiducia fra allenatore e giocatori, essenziale nel mondo del calcio.

L’ultimo fattore, in realtà primo per importanza, è l’atteggiamento dei tifosi che anche nella partita contro la Reggina, hanno sostenuto la squadra con tutto l’amore possibile incitandola dopo lo sfortunato autogol del pareggio e spingendola a reagire, cosa che è avvenuta con Soleri (che la società ha fatto bene a non cedere) che in pochi minuti ha realizzato lo splendido gol del vantaggio e ha pure propiziato il rigore poi sbagliato da Tutino.

Ora anche se il campionato è ancora lungo bisogna cavalcare l’onda di questo entusiasmo sapendo che qualche partita storta ci potrà essere e che non sarà facile ottenere sempre risultati positivi come in queste ultime nove partite. Bisogna crederci e, alla luce dei fatti, allontanare definitivamente sterili polemiche che non portano da nessuna parte o atteggiamenti intransigenti verso giocatori che non sono ancora riusciti a dare il massimo.

Se da questo momento in poi tutti gli elementi, società, squadra, allenatore e tifosi saranno concordanti, come in un abbraccio virtuale, allora si potrà di nuovo sognare e questa coesione di fattori sarà il segreto di un sicuro, anche se forse non immediato, successo che ci riporterà nell’empireo del calcio.

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9 thoughts on “Palermo, si riaccende il “Barbera”: dai tifosi può arrivare la spinta decisiva

  1. In effetti il mercato di gennaio di quest’anno è paragonabile forse solo a quello del gennaio 2004, con l’aquisto di Grosso, Biava, Jeda e i gemelli Filippini, nell’anno della storica promozione in A. Brava Delia a ricordarlo. Concordo su tutto il resto.

    1. Non diciamo eresie.
      Grosso appena due anni e mezzo dopo sarebbe stato Campione del mondo (e pure super-decisivo); Biava avrebbe poi giocato titolare per anni nella Lazio, e pure bene; i gemelli Filippini erano di categoria superiore.
      Masciangelo è un onesto giocatore di Serie B; Tutino è poco fumo e tanto arrosto (e si è già visto, anche domenica scorsa…) ed a Parma (impegnata nella lotta per la promozione anch’essa e dove però giocava poco) sono stati ben felici di darlo via; l’unico davvero da A è Verre.
      Gli altri tre acquisti sono giovani di cui non si sa nulla, al momento: possono rivelarsi ottimi giocatori, col tempo, oppure costituire meteore. Insomma sono delle scommesse.

      1. “Tutino è poco fumo e tanto arrosto (e si è già visto, anche domenica scorsa…)”

        Ahahahahahah non sei neanche capace di citare una frase fatta. Ahahahah che inutilità d’uomo….

        1. Mi associo. tanto arrosto e poco fumo (per sostenere il contrario) la dice lunga su chi scrive. Aggiungo che Tutino è un sig. giocatore. A Cosenza e a Salerno lo sanno bene. In Campania ha letteralmente trascinato i granta in serie A, se consideriamo che è una seconda punta tredici gol sono veramente tanti. A Parma, Pecchia non lo ha utilizzato nel suo ruolo. Nell’anno precedente con Maresca e Iachini ha avuto parecchi acciacchi muscolari. Quelli che (ammesso che sia vero) non lo volevano a Parma erano evidentemente “tifosi” alla Dario, cioè tabula rasa. Dopo aver fatto segnare Soleri, prevedo una grande prestazione di Tutino a Marassi e anche Vido avrà la sua parte quando rientra. Basta solo che lui ne parli male e il gioco è fatto

        2. No guarda, secondo me nel suo caso è giusta così. A lui interessa il fumo, non l’arrosto. Non lo vedi quello che scrive? E’ il fumo.

      2. Ma quale sarebbe l’eresia? Grosso allora era solo un promettente giocatore del Perugia, Biava veniva dall’Albinoleffe, Jeda veniva dal Vicenza. Per quanto riguarda i gemelli Filippini, non mi pare che fossero dei fuoriclasse. Il paragone è perfettamente calzante.

      3. Ma quale sarebbe l’eresia? Grosso era solo un promettente giocatore del Perugia, Biava veniva dall’Albinoleffe, Jeda giocava nel Vicenza …
        Per quanto riguarda i gemelli Filippini, non mi pare che fossero dei fuoriclasse, ma solo dei buoni comprimari.

  2. Cara Delia,
    concordo con la tua disamina. C’è un punto su cui farei una riflessione: tu suggerisci di “allontanare….atteggiamenti intransigenti verso giocatori che non sono ancora riusciti a dare il massimo”. Posso ipotizzare che ti riferisca a Mateju e, ancor di più, a Di Mariano. Il primo ha migliorato il suo deludente rendimento dopo il cambio di modulo; avrebbe detto il compianto Catalano: “un giocatore va meglio se è schierato al posto giusto”. Per Di Mariano il discorso è diverso in quanto i problemi che gli hanno sinora impedito di fare definitivamente breccia nel cuore dei suoi concittadini permangono; anzi, forse sono stati resi evidenziati ulteriormente dalla posizione più avanzata e centrale. In primis, Di Mariano dovrebbe contenere le sue capriole perché ormai, con la fama di cascatore che s’è fatto, gli arbitri fischiano la metà dei falli che subisce. In secundis, gli si rimprovera la preoccupante incapacità di “prendere la porta”, confermata nell’occasione dell’azione del secondo tempo in cui, servito da un assist “al bacio” di Brunori, ha tentato il “tiro a giro” immediato piuttosto che avvicinarsi alla porta e concludere. Nessuno chiede a Di Mariano i gol di Brunori, ma un attaccante di ruolo dovrebbe mostrare maggior precisione e sangue freddo nei momenti topici sotto porta. Saluti rosanero.

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