Palermo scopre Aurelio, l’esterno “moderno” con il gol nel Dna
Prima le gare di campionato, poi la sosta e la meritata festa di compleanno. A partire da sabato 11, saranno giorni “di fuoco” per Giuseppe Aurelio, che potrà trasformare la felicità in gioia. Il 22 marzo l’ex Sassuolo festeggerà i suoi 23 anni, prima però le sfide contro Cittadella e Modena: sei ipotetici punti per scartare il regalo più bello. Il “raggio dei titolari” (espressione amata dal “Genio”) si è evidentemente allargato e anche Aurelio adesso può dire la sua, forte di caratteristiche assolutamente uniche: una tra tutte il gol nel dna.
Tra gli esterni di fascia sinistra è quello che in carriera ha segnato di più tra i rosa: Marco Sala e Edoardo Masciangelo, infatti, hanno realizzato rispettivamente 5 e 1 rete se consideriamo tutta la loro carriera dai tempi della Primavera. Aurelio di reti ne ha totalizzate 38 nello stesso lasso di tempo, sicuramente indicative di una personalità che trova la sua maggiore espressione nella fase offensiva. Il contratto, lungo ben 4 anni, aveva fatto immaginare un futuro diverso, fatto di periodi di crescita e sporadiche apparizioni. Invece le sue prestazioni, una volta buttato nella mischia, sono state in linea con le aspettative e il terzino che imita le giocate di Theo Hernandez è entrato nei meccanismi della formazione in un batter d’occhio: con la Ternana i primi 45 minuti, con il Pisa l’intero match.
Giuseppe si è integrato, soprattutto perché, oltre alla qualità e al solito rodaggio “made in Corini” (quattro le panchine consecutive), ha in sé un diverso modo di interpretare il ruolo. Sala e Masciangelo segnano, sì, meno gol, ma hanno un background di assist decisamente superiore: 26 uno, 22 l’altro che si contrappongono ai 10 del classe 2000. Aurelio è un esterno moderno: presente in fase difensiva, trova la massima espressione nell’accompagnare il gioco in avanti, essendo lui stesso ex attaccante destro che si accentrava per tirare col mancino. Fu al primo anno di Primavera nel Sassuolo che decise di cambiare ruolo e arretrare il raggio d’azione, un’idea del ds Angelozzi e Palmieri. L’esperienza da terzino si rivelò un successo e adesso il giocatore ha la capacità necessaria per giocare sia da quinto che da quarto.
Una storia d’amore col gol, quella di Aurelio, iniziata nella squadra romana del Tor di Quinto (2013) in cui mosse i primi passi anche l’ex rosanero Lamberto Zauli. Era appena arrivato dalla scuola calcio ASD Bracciano quando iniziò a segnare una caterva di reti insieme ai ragazzi più grandi dei Giovanissimi Elite (classe ’99) a cui era stato aggregato: 45 centri in 40 match e il Sassuolo non se lo fa scappare. Aveva 17 anni e su di lui c’erano anche Roma e Lazio (poi si inserirà anche la Juve nel 2016) ma convinse di più il progetto neroverde in cui si mise in mostra nell’Under 17 e nella Primavera. L’ex Palermo Iachini era al timone della formazione principale e lo notò: non esordirà mai ma verrà convocato una volta in prima squadra. Berardi e Defrel diventano amici, consiglieri e punti di riferimento.
Poi la prima esperienza tra “i grandi” con i prestiti a Cesena, Imola (con cui raggiunge una salvezza insperata) e Gubbio. Qui un guaio: infortunio alla spalla e tanti saluti, ritorno al Sassuolo e passaggio al Pontedera per l’exploit: 5 reti e 7 assist in Serie C. “Esplosività” e “tempismo” per lasciare un segno e aiutare Brunori nell’affannosa ricerca del gol che nelle ultime gare si è rivelata ancora più complicata a causa del calo del bomber italo-brasiliano, che può starci ed è anche fisiologico.
Brunori ha trainato il carro e lo continua a fare: impensabile imputargli colpe per un rigore sbagliato o un momento in cui si sta rendendo maggiormente utile per il lavoro sporco della squadra. Repetita iuvant: le reti non può segnarle tutte lui. E fortunatamente in soccorso di Corini sono arrivati, nelle ultime giornate, i gol di Soleri, Verre e Di Mariano contro Pisa, Sudtirol e Frosinone: pareggio e un punto a gara. Poteva andare meglio, ma sicuramente anche peggio. Ecco perché il tecnico dovrà essere bravo a gestire le sue pedine di supporto: pungere con Aurelio, equilibrare con Sala-Masciangelo. “En garde, touche”.
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È forte, mi ricorda molto Lazaar, sicuramente presto diventerà titolare inamovibile.
Speriamo un po’ meglio
Deve ancora mettere qualche “scagghiuni”
Basta mezza partita, a Palermo, e “diventano” subito fortissimi…
Bravo Dario, hai perfettamente ragione, ricordo bene quando vedemmo esordire un certo Paulo Dybala contro la Sampdoria nel 2012, fece una doppietta ma, a parte i goals, si vide subito che era fortissimo.
A me non ha fatto impazzire sicuramente è fortissimo ma alla prima partita non mi ha impressionato
Mi dite come un ragazzo appena arrivato dalla C dovrebbe farvi impazzire, impazzire, ed essere fortissimo? Dategli e datevi tempo, calma . Fatelo inserire nei meccanismi e fatelo crescere , poi lo potremo valutare meglio .