Semifinali di Champions League in chiaro? Con un’italiana c’è l’obbligo di legge: gli scenari
L’Italia sbarca in semifinale di Champions League nell’edizione 2022-23. E in tv e streaming… adesso che succede? La domanda è lecita vista l’impostazione dei diritti tv della massima competizione europea, che prevede la diretta in chiaro sui canali Mediaset del miglior match del martedì e assegna l’esclusiva ad Amazon Prime Video per il miglior match del mercoledì. O almeno così è sulla carta.
Con la qualificazione di una formazione italiana infatti entra in gioco anche la legge italiana, che individua non solo una serie di eventi – sportivi e non – nel c.d. “Elenco eventi di rilevanza sociale o di grande interesse pubblico” (che impone a tale eventi determinanti standard televisivi, ndr.) ma anche un quadro degli eventi sportivi per cui è obbligatoria la trasmissione in chiaro. E tra questi ci sono finale e semifinali di Champions a cui partecipa un club italiano.
SEMIFINALI DI CHAMPIONS LEAGUE CON UNA ITALIANA IN CAMPO: DIRETTA IN CHIARO, QUALI SONO GLI SCENARI IN TV E STREAMING?
L’obbligo di legge viene assolto dall’Italia con una delibera Agcom del 2012, che ha definito la “lista degli eventi di particolare rilevanza per la società di cui è assicurata la diffusione su palinsesti in chiaro” (QUI il testo completo). NOTA BENE – Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha avviato nell’aprile 2023 una consultazione con gli operatori del settore televisivo per un aggiornamento di tale lista.
La delibera stabilisce che gli eventi inseriti in questa lista devono essere trasmessi da un soggetto “qualificato a garantire la visione” alla stragrande maggioranza della popolazione (attualmente l’80%, ma nella prima versione la percentuale imposta era superiore al 90%, ndr.). Ed è proprio su questo punto che si aprono alcuni possibili scenari per l’edizione 2022-23 di Champions League: per programmazione imposta dalla UEFA, infatti, un match fra andata e ritorno della semifinale con almeno un’italiana in campo sarà giocata di mercoledì. E per quel match in teoria vigerebbe l’esclusiva Amazon su Prime Video.
Le possibilità a questo punto due:
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1) Amazon potrebbe individuare una modalità di trasmissione compatibile con i requisiti richiesti dalla delibera: in tal caso manterrebbe l’esclusiva sulla partita.
2) Trovarsi nelle condizioni di cedere i suoi diritti in “sub-licenza” ad un operatore in chiaro che possa garantirne la visione alla percentuale di popolazione prevista (dunque, mantenendo comunque il diritto a trasmettere l’evento in “simulcast”).
ESEMPIO – In alcune edizioni dei mondiali di calcio, Sky ha acquisito i diritti a trasmettere tutte le partite della competizione ma ha comunque ceduto alla Rai – in quanto emittente in chiaro – un pacchetto di partite comprendente anche quelle della Nazionale italiana per assolvere agli obblighi di legge.