Lecco, il presidente furioso: “Datemi la Serie B o mollo tutto!”
Il parere negativo della Covisoc in merito alla domanda d’iscrizione del Lecco in Serie B ha scatenato l’ira del patron Paolo Di Nunno. In un’intervista per il ‘Quotidiano Sportivo’, il presidente ha minacciato di lasciare il calcio se i ricorsi non andranno a buon fine.
“Io il campionato l’ho vinto, non me l’hanno regalato e allora, signori, mi dovete dare la Serie B – afferma – . Altrimenti, sapete cosa c’è: mollo tutto, questo calcio è sporco e la smetto di spendere soldi inutilmente. Sono stanco e mi sta venendo voglia di lasciare tutto”.
“Mi chiedo che senso abbia giocare se ci tolgono una promozione che abbiamo conquistato con merito sul campo. Che senso ha tutto questo, allora chiudiamo i campionati e andiamo tutti al mare. Adesso prenderò un avvocato e chiederò spiegazioni alla Federazione“, continua Di Nunno.
“Mi devono spiegare perché le società pulite come la nostra restano fuori solo perché abbiamo lo stadio piccolo – conclude – . Non è colpa mia se il Rigamonti-Ceppi non è adatto a fare la Serie B e in questa città non si può costruire uno stadio nuovo perché attorno ci sono solo montagne”.
Vicenda paradossale. Regole del c…………………………o. Situazioni peggiori si sono salvate e questa che è normale si vuole distruggere.
Ha ragione!!!
Visto che sapeva benissimo che lo stadio non va bene per la B perché non si è attivato per tempo al limite se non fosse stato promosso si annullava tutto !!! Mi dispiace per i tifosi delLecco ma la dirigenza non è stata all’altezza!!!!
Eccone un’altro che vuole qualcosa. E le regole perché esistono ? Perché non si preparava in tempo per l’eventuale promozione considerato che lo stadio non era a norma ? Adesso piange , chiede, minaccia . Come Cellino , che fa ricorsi su ricorsi i l’altro del Perugia . Le regole si stabiliscono e si accettano all’inizio del campionato. Inutile poi piangere .
Noi, lil Palermo, siamo spariti , cancellati, per una fideiussione di 800mila euro caro presidente Nunno. Una società con patrimonio giocatori di 30 milioni , crediti da incassare e un azionista che propose di versare , in ritardo, 10 milioni in contanti mentre era stato posto ai domiciliari per presunti reati ancora oggi da chiarire . Non scherziamo.
Le regole valgono sempre per i piccoli