Palermo, 11 firme per 14 centri: tutti invitati alla festa del gol
14 gol fatti, 11 marcatori in 8 giornate di campionato e secondo posto in classifica con una partita in meno (virtualmente potrebbe essere primo): il Palermo sta vivendo uno degli inizi di stagione migliori della sua storia, sono tantissimi i dati positivi in casa rosanero, tra i quali il numero di calciatori mandati a rete.
Le reti segnate sono molte, anche se si viaggia a meno di due gol a partita: il Palermo non ha neanche il miglior attacco del campionato (è dietro a Parma e Catanzaro, al pari di Venezia e Cosenza). C’è però una varietà di marcatori che ha pochi precedenti: a parte Brunori (3 gol) e Mancuso (2 gol) tutti gli altri hanno realizzato una rete. Nel reparto arretrato hanno segnato Aurelio, Lucioni e Ceccaroni, a centrocampo Stulac, Henderson e Segre, in attacco Di Francesco, Soleri e Insigne.
Il Palermo ha guadagnato in pericolosità sia dalle palle inattive, sia dagli inserimenti degli esterni e dei centrocampisti. Ma il settore difensivo merita un riconoscimento. Aurelio è quasi sempre presente in area avversaria quando i rosa attaccano; sugli sviluppi dei calci d’angolo a favore Lucioni e Ceccaroni sono sempre in agguato. Anche Lund può ritenerso un pericolo per le difese avversarie e non è un caso che sia stato lui a procurarsi il rigore a Venezia. Solo Mateju, per precisa indicazione del tecnico, resta quasi sempre distante dalla porta avversaria.
Anche il centrocampo, a livello di gol, ha trovato quel qualcosa in più che era mancato l’anno scorso grazie a uno Stulac ritrovato (si fatica a ricordare suoi tiri in porta la scorsa stagione), a Henderson che a Modena ha segnato un gol da favola e ha confermato la sua propensione offensiva, e a Segre che si è già riconfermato uomo da inserimento in area. Si attende adesso ancora la prima gioia di Vasic, anche lui istintivamente portato ad attaccare. In attacco i nuovi esterni, come Insigne e Di Francesco, non hanno nel gol la loro caratteristica migliore ma si sono già sbloccati.
La stagione scorsa la situazione era completamente diversa, con un avvio a rilento sia a livello di risultati (la rosa era meno completa e gli obiettivi erano diversi) che di marcature: dopo 8 giornate i gol erano appena 6 (meno della metà) e i marcatori totali 4, vale a dire Brunori, Valente, Elia e Segre. Per arrivare a 11 marcatori la scorsa stagione si è dovuta aspettare la 30esimaa giornata di campionato, a fine stagione i marcatori totali furono 13.
Oltre all’evidente cambio di prospettive per il Palermo, il dato che balza subito all’occhio è quello riguardante Matteo Brunori: il centravanti continua a essere mattatore, ma in modo diverso. La qualità dei calciatori attorno a lui si è alzata notevolmente, ciò significa che il gol non deve arrivare solo da lui. È rimasto senza gol per sette gare su 8 ma grazie alla tripletta di Venezia è già miglior goleador della squadra e continua ad avere diverse occasioni a partita e ad essere un punto di riferimento per il gioco offensivo. Il contributo dei compagni gli permette di non dover fare gli straordinari.
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Altro merito indiscusso di Genio Corini, il migliore allenatore della categoria (mi dispiace per i suoi ormai pochi detrattori).
E’ vero, quando in una squadra segnano in tanti significa che i meccanismi funzionano, che in allenamento vengono provate tante soluzioni per arrivare a rete, che ognuno dei giocatori sa esattamente dove essere e cosa fare. E questi sono indiscutibilmente meriti del tecnico, questo è il famoso “gioco” di cui parlano quelli del “non c’è gioco”.
Ma non sai scrivere altro? Fai copia e incolla a ogni articolo?
Sei di una banalità senza limiti.
Diciamoci la verità: in questo momento diversi goleador della panchina sono più in forma di alcuni titolari.