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Lancio di petardi all’intervallo di Napoli – Palermo, il prefetto: “Episodi inqualificabili”

Sta scatenando una serie di reazioni il lancio di petardi e fumogeni che si è verificato all’intervallo di Napoli – Palermo, gara di Coppa Italia che ha visto gli uomini di Conte battere nettamente i rosanero. Sul tema si è espresso anche il prefetto di Napoli, Michele di Bari.

Sentito dall’Ansa, il prefetto ha definito il lancio di grossi petardi “episodi inqualificabili“. Secondo Di Bari, comunque “bisogna dire che la prevenzione c’è e il piano coordinato di controllo del territorio si sta dimostrando sempre più efficace“.

Tutto è cominciato quando all’intervallo hanno fatto il loro ingresso nel settore ospiti gli ultras rosanero del gruppo Curva Nord. Ne è seguito il fitto lancio di fumogeni e petardi da una parte e dall’altra visti i rapporti ‘tesi’ tra le tifoserie.

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1 thought on “Lancio di petardi all’intervallo di Napoli – Palermo, il prefetto: “Episodi inqualificabili”

  1. Ieri serata da dimenticare fuori dal campo e dentro il campo. Solo qualche provocatore assoldato e in malafede può gioire per la rottura tra Napoli e Palermo. C’è chi da entrambe le parti è andato allo stadio solo per realizzare un sogno che avevano da 20 anni: scatenare rivalità tra Palermo e Napoli. Ci hanno provato per 20 anni.
    Concordo con Lucio. È una sconfitta per Palermo e Napoli come città e come tifoserie. È una sconfitta per quei tanti palermitani e napoletani (e io ero tra questi, lo ammetto abbiamo perso) che in questi decenni abbiamo coltivato l’amicizia Palermo-Napoli. Invece hanno vinto i catanesi, i romanisti e i gruppi filoroma di Palermo e filocatania di Napoli. Hanno vinto quelli che da oltre 20 anni tentavano di rompere amicizia Palermo Napoli e dopo oltre 20 anni hanno ottenuto quello che volevano. Però hanno dovuto impiegare 20 anni. Ma sia chiara una cosa nonostante tutto, noi non siamo schiavi di Roma! I romanisti ieri non erano con i palermitani al san paolo. Il gemellaggio non c’è. Si mettano il cuore in pace i romani e i loro amici. Noi non siamo daniele desantis! Ciro vive!

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