Biffi, il doppio ex. “Palermo sarà sempre nel mio cuore. Ora serve più coraggio”
Vidi Roberto Biffi per la prima volta una mattina d’autunno del 1988 al campo “Vycpalek” di viale Galatea, a Mondello. Avevo 15 anni e quella mattina decisi di marinare la scuola per andare ad ammirare da vicino i miei eroi rosanero. Era il Palermo di Rumignani, serie C1, un Palermo povero e senza casa visto che lo stadio della Favorita era in rifacimento per i mondiali del 1990. Si allenava proprio nello “sterrato” di viale Galatea e giocava le partite casalinghe al Provinciale di Trapani.
Biffi era un ragazzone di 22 anni, imponente e potente. Rimasi impressionato da quel nuovo acquisto proprio quando arrivò il momento dei tiri in porta. Biffi caricò una bordata che lasciò immobile il giovane Pino Taglialatela tanto che Mimmo Di Carlo urlò: “Ragazzi! Io avrei paura”. Da allora fu un crescendo. Roberto restò a Palermo 11 anni, passando alla storia come il giocatore con più presenze nella storia del Palermo: 319 con 7 gol segnati.
A Modena a 19 anni
In vista di Modena – Palermo di sabato prossimo “Biffone” impersona il ruolo del doppio ex perché a Modena Roberto ci giocò per una stagione, in C1 a 19 anni, facendosi notare con 21 presenze ed una rete segnata in una squadra infarcita di giocatori di categoria superiore come Cuoghi, Bergamaschi, Ballotta, Longhi e Domini. “Ero di proprietà del Milan – ricorda Biffi – e il presidente era il figlio di Giussy Farina, allora presidente dei rossoneri. Mi mandarono a Modena a farmi le ossa, avevamo una squadra sulla carta molto forte ma non andammo oltre un deludente ottavo posto. Tra l’altro io mi feci male, mi ruppi una costola che mi bucò un polmone: fui operato, restando parecchio tempo fuori. Tutto sommato, alla fine riuscii a giocare 21 partite e quindi a titolo personale non posso che ricordarla come un’annata positiva”.
Le premesse per il giovanissimo Biffi erano state di primissimo ordine con uno scudetto vinto in categoria “Berretti”, al Milan, sotto la guida di Fabio Capello e un debutto nella prima squadra del Milan (seppur in serie B) con 4 presenze in totale in una squadra che quella stagione sarebbe tornata nella massima serie. “Probabilmente ho raccolto poco però è stata anche colpa mia. Non sono mai stato un ragazzo facile, rompevo un po’ le scatole e questa cosa mi ha un po’ penalizzato. Non ero un campione ma probabilmente nel calcio di adesso, in questa serie A, non avrei sfigurato. Ecco: a volte mi mangio un po’ le mani per esser nato troppo presto rispetto al calcio di oggi che avrei tanto voluto giocare”.
Biffi, la “palestra” di Vieri e Inzaghi
Roberto era un “armadio”, fisicamente fortissimo, tanto che due grandi attaccanti come Vieri e Inzaghi lo hanno più volte ricordato per i suoi modi non proprio tenerissimi nei loro confronti. “Non guardavo in faccia a nessuno – sorride Biffi -. Diciamo, scherzando, che ho contribuito alla loro crescita professionale, una sorta di palestra per il raggiungimento dei grandi traguardi che poi hanno raggiunto nelle rispettive carriere”.
Il legame tra Roberto Biffi e Palermo, squadra e città, è sempre stato molto forte. E lo sarà per sempre. “Di Palermo mi manca la città, bellissima, il tifoso per strada che ti acclama o ti contesta a seconda del periodo vissuto dalla squadra… sono cose che mi porterò sempre dentro”. Biffi, in maglia rosa, ha attraversato stagioni belle e brutte. Come il Palermo dei picciotti di Arcoleo, esaltante in avvio ma poi conclusosi con grande rammarico. “Passammo da una collaudatissima difesa a 4 ad una a 3 che ne combinò di tutti i colori, compromettendo una stagione che fin lì era stata fantastica”.
“Palermo merita la A”
Con il Palermo di oggi Biffi si riscopre tifoso. “Dionisi non è sicuramente l’ultimo arrivato ma vorrei che riuscisse a trovare una soluzione, soprattutto in casa, in cui la punta centrale (Brunori o Henry) non venisse puntualmente annullata dai due o tre difensori centrali avversari. Servirebbe più coraggio con un modulo che, almeno al Barbera, possa impensierire di più le squadre avversarie. Palermo merita la A, senza se e senza ma”.
Ad averceli oggi campioni come te con la tua grinta e le tua determinazione!
Grande Biffi, palermitano di adozione!
Solo 7 gol??! Nei mie ricordi ha segnato piu’ di Miccoli e Toni messi insieme! 🙂 Biffi gol, Biffi gol … Grande Capitano
ricordo che le sue punizioni si studiavano a S.A.C.A. Sabaudia come artiglieria pesante contraerea 😀