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Repubblica – “Fedel con il Mantova nello stadio che fu di nonno Barbana”

Un personaggio iconico, passato da Palermo e scolpito negli annali, Giorgio Barbana (1949), e del suo erede che nella 26a giornata affronterà i rosanero con la maglia del Mantova, Giacomo Fedel (2002), ritrovandosi connesso alla Sicilia senza esserci mai stato”. Queste le parole nell’edizione odierna di Repubblica che intervista Giacomo Fedel, prossimo avversario dei rosa in campionato col suo Mantova.

Il giovane centrocampista ha dei legami con la Sicilia e il capoluogo. “Finora me l’avevano solo raccontata. Quando ho incontrato la squadra del nonno al “Martelli” (ottobre n.d.r.) ho già provato sensazioni forti. Figuriamoci calcare il prato di quel “Barbera” infuocato in cui ha vissuto momenti magici…”.

Come saltava l’uomo lui, nessuno – ammette il nipote -. Non era uno che si faceva pubblicità o che si vantava de suoi successi, ma quando ero piccolo mi metteva sulle ginocchia in salotto descrivendomi nei minimi particolari tanti aneddoti sulle partite che ha giocato, sul tifo e molto altro. Sicuramente è stato lui il primo a trasmettermi la passione per il pallone”.


E Palermo e Pisa sono assolutamente le gare che sento di più, perché il nonno è stato calciatore in entrambe e mia mamma è nata proprio a Pisa, mentre mio zio Luigi a Palermo dove è stato anche battezzato. Ecco perché hanno un valore speciale: è il nonno a legare tutto”, conclude.

7 thoughts on “Repubblica – “Fedel con il Mantova nello stadio che fu di nonno Barbana”

  1. Ricordo un Palermo Brindisi 1-0, con Barbana a terra colpito dal portiere del Brindisi che gli sputava addosso e successiva invasione di campo

  2. Ricordo le sue scorribande sulla fascia laterale destra con la sua lunga chioma bionda. Per quanto riguarda il nipote mi sembra che gli somigli specialmente dalla bocca.

    1. 1 a 0 in un Palermo Como con gol di Barbana allo scadere su punizione dal limite, tocco di Vanello e pallone all’incrocio dei pali. Un delirio alla vecchia favorita per i 40000, stipati come sardine, emozioni che ancora ad oggi restano indelebili. In curva nord al gol, io ragazzino, mi sono ritrovato di almeno 10 gradini più sotto con questa marea umana che fluttuava come magma sugli spalti.

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