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Ballardini: “Il Palermo non mi ha chiamato. La proprietà è molto forte”

Nel calderone di nomi papabili per la panchina del Palermo in caso di esonero di Alessio Dionisi c’era anche quello Davide Ballardini. L’ex rosanero è stato intervistato per Palermo Today e ha affermato di non essere stato mai chiamato dalla società rosanero.

Fermiamoci alla non chiamata, il resto potrebbe essere mal interpretato“, taglia corto Ballardini, che esprime la sua opinione in merito alla situazione attuale: “Palermo oggi ha una proprietà molto forte e ambiziosa che porterà la squadra, non so se quest’anno, prima o poi, a giocare in A. È una società che comunque si avvale di competenze italiane nei ruoli chiave. Io penso che finora abbia fatto bene, se prendi un allenatore cerchi di aiutarlo e sostenerlo fino alla fine e, personalmente, mi troverei molto bene con una realtà del genere”.

Ballardini è rimasto molto affezionato alla città: “Non diciamo che ci vivrei, ma farei sicuramente la spola con la Romagna. Ho diversi amici e tanti luoghi del cuore, ne cito tanti perché non voglio far torto a nessun posto: i mercati del Capo e della Vucciria, via Libertà, Mondello, Sferracavallo. Ma anche Monreale che si trova sopra al Tenente Onorato, dove ci allenavamo. E poi adesso sono rimasto stupito dal Molo Trapezoidale. Palermo è una città meravigliosa che col tempo si fa sempre più bella“.


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2 thoughts on “Ballardini: “Il Palermo non mi ha chiamato. La proprietà è molto forte”

  1. A questo punto della stagione sostituire l’allenatore non serve. Un allenatore porta con se il suo staff e prima di ambientarsi e acclimatarsi e incidere fortemente nuova mentalità ai giocatori ci ritroviamo a campionato finito.
    La società ha fatto bene a questo punto, dopo l’errore grave a gennaio di non sostituire l’allenatore, a tenere in sella Dionisi. La situazione è questa: o si tenta con un pò di fortuna di raggiungere i playoff e quindi tentare il colpo per agguantare il 3 posto per salire in A oppure cominciare a pensare al prossimo anno scremando la squadra di giocatori mediocri e inserendo atleti più di rango e che conoscono bene la serie cadetta.

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