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Mutti: “De Zerbi, la A non è la Lega Pro. Atalanta e Palermo due cantieri”

Due panchine non certo semplici, quelle di PalermoAtalanta. C’è chi, come Bortolo Mutti, ha avuto modo di sedersi su entrambe conoscendo sia le gioie che le delusioni. L’ultima volta in massima serie, appunto, fu alla corte di Zamparini, dove nonostante tutto riuscì in un piccolo record: ad oggi è l’unico allenatore a non essere stato esonerato dal patron friulano, avendo lasciato la Sicilia al termine della stagione col contratto scaduto. Un piccolo primato che conta poco, soprattutto nell’immediata vigilia dello scontro diretto tra la “sua” Atalanta e i rosa. Due squadre che, come ammette lo stesso Mutti a stadionews24, non stanno certo brillando: “Non mi stanno dando una grande impressione, in realtà. Entrambe le squadre sono un cantiere aperto in questo momento, però dobbiamo aspettarci una crescita“.

Il Palermo, per fare il salto di qualità sul piano del gioco, ha deciso di affidare la squadra a Roberto De Zerbi. Scelta obbligata, dopo l’addio di Ballardini, ma legata anche al lavoro svolto dal tecnico bresciano negli ultimi due anni. Con tutti i dubbi del caso, però, che Mutti non nasconde di avere: “La scelta di De Zerbi è stata sicuramente ponderata dal presidente e dall’allenatore, chiaramente hanno avuto i loro motivi. Allo stesso tempo, è una prova importante sia per la società che per il nuovo allenatore, che si presenta in una realtà diversa“. Di sicuro si sta già vedendo la mano sul piano tecnico, anche se Mutti vuol prendere con le pinze le idee di calcio offensivo con cui De Zerbi ha intenzione di lavorare: “Tutti a parole vogliono fare un calcio propositivo, poi sono i risultati che contano. Un conto è giocare in Lega Pro con una buona squadra, un conto è farlo col Palermo in Serie A. Si vedrà strada facendo se cambierà o meno le sue idee, dipenderà anche da quel che farà il Palermo“.

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