Diamanti: “A Palermo sto bene, impressionato da De Zerbi”
Ad Alessandro Diamanti manca ancora il gol in rosanero, ma il fantasista di Prato è ormai un leader del Palermo. De Zerbi ha deciso di affidargli la fascia di (vice) capitano, e lui ha ricambiato la fiducia con delle ottime presenza, con tanto lavoro sporco al servizio della squadra.
Intervistato dal Giornale di Sicilia, Diamanti ha parlato del suo ambientamento a Palermo: “Bisogna viverci per capire quanto si sta bene qui, ma sapevo già tanto. Avrà quindici amici e conoscenti nel mondo del calcio che hanno giocato a Palermo, da Balzaretti a Sirigu, da Pinilla a Barzagli, a Migliaccio, lo stesso Puccinelli, mio procuratore. Ho trovato la dimensione giusta per me, un ambiente speciale, gente umile, calorosa e disponibile, che ha un modo di pensare molto vicino al mio. Ho iniziato una bellissima avventura, sono contento di far parte di questo gruppo, lavorare per questa società e giocare per questa città”.
Per Diamanti una bellissima avventura, con un tecnico come De Zerbi che Alino loda in ogni modo: “Lui è più bravo di tanti altri che sono in giro. Ho avuto molti tecnici, ma sinceramente sono impressionato dalla sua idea di calcio, l’intensità che mette in allenamento e vuole in partita, i dettagli che cura, la crescita che chiede. Un tecnico come lui ha tutte le doti per esserlo ad altissimi livelli, ha anche l’intelligenza e l’umiltà di dire che sono i giocatori a fare la squadra e non l’allenatore che ha un suo schema e va avanti”.
Diamanti si definisce un “dieci atipico”, e nello scacchiere di De Zerbi non ha un ruolo fisso: “Mi metto a disposizione del gruppo e provo a dare l’esempio, sempre, sul campo. Gol? Ci lavoro. Segnare mi manca, mi garberebbe una bella rete da tre punti per la squadra e per la gente. Fare rete è anche recuperare un pallone a centrocampo e avviare un’azione che si conclude con un gol, entrare nelle azioni importanti”.
Infine un commento sul collega in attacco, Nestorovski: “Sta crescendo grazie all’allenatore, recepisce velocemente. È facile e normale lavorare sulle qualità di un calciatore, il nostro tecnico lavora su quello che ci manca. Vale per tutti, anche per me a trenta e rotti anni. C’è sempre da migliorare”.