La verità di Ballardini sull’addio: “Zamparini voleva il decimo posto”
“Io e la proprietà non eravamo d’accordo”. Poche parole, quelle che bastano a Davide Ballardini nella sua intervista a Tuttomercatoweb per spiegare la decisione di lasciare il Palermo dopo due giornate di campionato. “Il Palermo era una squadra compatta, seria, unita, che giocava bene – prosegue il tecnico -. Abbiamo perso solo contro il Sassuolo. Contro Marsiglia e Bari, così come a Milano contro l’Inter avevamo dimostrato di essere una squadra seria, capace e compatta. Il lavoro era iniziato nel modo giusto”.
Cosa non è andato per il verso giusto, allora? In molti hanno pensato che dietro le sue dimissioni ci fossero le scelte di mercato, ma Ballardini nega categoricamente: “Assolutamente no. Il Palermo è composto da ragazzi seri, capaci che sono anche uniti tra di loro. Dopo le dimissioni in più sono arrivati Diamanti e Bruno Henrique ed è tornato Gonzalez che non abbiamo usato perché doveva andare via. Se a quella squadra ci aggiungi questi tre è assolutamente competitiva. Io e il mio staff ci divertivamo, perché quando hai a che fare con ragazzi seri, puliti e capaci vai al campo e ti diverti. Il presidente aveva dichiarato che aveva consegnato una squadra da primi dieci posti e che doveva giocare in un certo modo. Tutte cose che non mi trovavano d’accordo. Bisogna andare d’accordo, altrimenti è giusto separarsi per il bene di tutti”.
Quindi divergenze sul potenziale della squadra, una motivazione che ad oggi non va certo contro le idee di Ballardini, stando a guardare la classifica del Palermo. Eppure si fa ancora il suo nome per un clamoroso ritorno, qualora Zamparini dovesse decidere di esonerare De Zerbi: “Beh, mi divertivo molto. Andavo al campo con serenità ed entusiasmo. Quelli del Palermo sono ragazzi meravigliosi. E poi in città torno spesso, lo sanno tutti. Con la mia famiglia ci vivrei per gran parte dell’anno”. Intanto il tecnico bresciano è stato confermato per Bologna-Palermo, una sfida già decisiva: “Una partita molto equilibrata – prosegue Ballardini -. Bologna e Palermo sono due buone squadre”. L’allenatore romagnolo, inoltre, è un doppio ex, avendo allenato il Bologna nell’anno della retrocessione in B: “Quando ero arrivato c’era Diamanti, con me e con lui il Bologna era salvo. Poi a febbraio il Bologna ha venduto Diamanti e grazie alla sua cessione la proprietà s’è salvata dal punto di vista economico. Questa proprietà mi sembra tutt’altra cosa: seria, chiara, precisa. E la squadra è forte, competitiva. Sì, questo è un altro mondo”.
Tornando sul Palermo, l’ormai ex tecnico rosanero torna a parlare della suggestione estiva relativa al possibile acquisto di Balotelli: “In estate la possibilità era concreta, c’era per davvero. Poi non è successo. Ma la società e il ds Faggiano ci hanno provato, sarebbe stata una bella cosa che avrebbe incuriosito tutti. Avrebbe dato più entusiasmo? Beh, l’anno scorso siamo tornati e poi abbiamo portato la gente allo stadio. Contro il Verona lo stadio era pieno. Con serietà, impegno e le qualità dei ragazzi il Barbera s’è riempito. Se fai vedere che hai valori importanti la gente la riporti allo stadio”. Alla fine i rosa si sono “accontentati” dell’exploit di Nestorovski: “È un giocatore molto serio – conclude Ballardini – sa sempre dov’è la porta e sa muoversi e smarcarsi. È terribile nel senso più nobile della parola. Poi è un ragazzo solare, si allena bene, coinvolge i compagni. Per me non è una sorpresa. Perché non l’avrei dovuto vedere bene? Non si risparmia mai”.