De Zerbi: “Abbiamo un problema mentale, non ho sentito Zamparini”
Settima sconfitta di fila, settima sconfitta in casa in sette gare. Il sette dice male al Palermo, che perde anche contro la Lazio. Situazione complicata per i rosanero e per De erbi, che analizza così la gara ed il momento: “Non ci siamo persi: abbiamo creato i presupposti per segnare e siamo sempre stati in partita -precisa il tecnico a SkySport24 -. In questo momento siamo mentalmente più deboli del normale. L’avversario è importante ma se si attacca senza convinzione non va bene. Perché anche altre squadre del nostro livello lo fanno. Anche altre comunque vengono da sconfitte in serie. Non so se sono l’uomo giusto, io però ci credo sempre. I giocatori per come si allenano sono sempre convinti, poi la domenica non si vede quel che vedo in settimana. Questo è un problema mentale.Sicuramente non avendo preso la squadra dall’inizio non è stata costruita per certe caratteristiche ma non voglio scaricare colpe. Possiamo fare risultai anche senza giocare un gran calcio ma serve convinzione“. E ancora nessuna chiamata da Zamparini: “Non ho parlato con lui“, conclude l’allenatore rosanero.
In conferenza stampa, De Zerbi prosegue: “Abbiamo messo volontà, ma durante la settimana io vedo altri giocatori rispetto a quelli della domenica. Si vede che non riesco io a farli rendere per come li vedo in settimana. Vero che la partita è stata in equilibrio, che loro a parte il gol e la traversa non hanno avuto chiarissime occasioni, ma quando attacchiamo siamo sempre poco incisivi. L’impegno e l’orgoglio ci sono stati, ma la convinzione è un’altra cosa” . La situazione salvezza si complica, ma la speranza ancora persiste: “Ci sono avversari messi nella nostra stessa situazione, solo questa deve essere la nostra motivazione – ammette il tecnico -. Ne retrocedono tre e siamo in quattro a lottare. Questa è una motivazione e per questo vedo una possibilità. E la vedrò finché la quartultima non sarà irraggiungibile”.
Una situazione frutto anche di un inizio ad handicap, ma De Zerbi non cerca alibi: “Io sono subentrato e non lo dico per dare colpe. Attribuitemi un pregio, non sono uno che si nasconde o dà colpe ad altri. Qua di carte non ce n’è, c’è da provare e riprovare. Oggi abbiamo cambiato perché gli avversari attaccavano con più uomini e perché venivamo da troppe sconfitte di fila, partendo dal presupposto che di limiti ce ne sono tanti. Se si pensa che gli altri stiano sempre meglio, allora i problemi aumentano. Non sono né ottimista, né pessimista. Cerco di vedere la realtà. L’Empoli ieri ha preso quattro gol, così come la settimana prima, e ieri l’allenatore diceva che l’umore non era dei migliori. Non mi sembra una situazione tanto diversa dalla nostra. Noi dobbiamo guardare noi in relazione al campionato. Questo è secondo me il vedere la realtà”. De Zerbi è un fiume in piena: “I limiti si sono acuiti col seguirsi delle sconfitte. Questo da una parte è normale, dall’altra no. Se uno conosce la realtà, allora può starci che si perdano sette partite di fila, senza cercare giustificazioni. Vedere la realtà ti fa capire che qualche sconfitta di fila può arrivare. Mica siamo da Europa League. Noi siamo una squadra che deve salvarsi all’ultima partita. Non è un de profundis il mio, non stiamo piangendo un morto. Le difficoltà sono evidenti e mi metto io davanti a tutti. Però le altre che lottano insieme a noi per salvarsi non stanno meglio. Se non ci fossero tre squadre alla nostra portata, verrei a dirvelo. Siccome la penso così, vi dico quel che penso”.
Qualche novità oggi in formazione, e De Zerbi ne spiega una in particolare: “Morganella l’ho preferito a Rispoli perché è stato fermo una settimana, ed essendo un giocatore muscolare non l’ho visto benissimo in allenamento”. E nuovamente sul rapporto con il presidente: “Ho parlato col presidente più di una volta del mercato e gli ho detto quel che dovevo dirgli”. Diamanti e l’ambiente, De Zerbi non ha peli sulla lingua e prosegue nella disamina del periodo nero: “A questo punto tutto è giusto e tutto è sbagliato. Diamanti è un ragazzo che ci tiene tanto, se sta bene gioca. Se non sta bene non gioca. L’ho tolto perché non aveva una condizione brillante e perché ci mancava profondità. Caratteristiche che Quaison ha al cento per cento. Quaison ha un potenziale assoluto, è l’emblema del potenziale di questa squadra. Ha un potenziale incredibile, poi alla domenica non rende per come si allena. Probabilmente è colpa mia, senza fare i finti preti e darsi troppe colpe. Se un giocatore ha un grosso potenziale e non riesce ad esprimersi può essere per il sistema di gioco, per la fiducia, per la necessità di giocare quattro partite di fila… Però poi torniamo a Diamanti, quando è entrato col Milan ha cambiato la partita. C’è Sallai che ha potenziale e non riesce ad esprimerlo. Questo è il quadro. Penso che sia una questione dettata dal vedersi più brutti di quel che si è. Questa è una questione di convinzione e l’ho già detto tempo fa. Pensate che per me sia bello o che penso ai soldi del contratto? Per fare risultato lascerei tutto subito, però bisogna avere le palle per reagire, bisogna avere una certa dignità. Quaison può fare certe cose contro la Lazio, non solo in allenamento. Quando ho detto che questa squadra ha un potenziale alto, lo confermo anche oggi. Probabilmente in un ambiente con un po’ più di entusiasmo sarebbe diverso, ma queste sono scuse che lasciano il tempo che trovano. Oggi la gente si aspettava una mezza scintilla per venirci dietro e non è facile trovare un posto dove, dopo sei sconfitte di fila, si accenda l’entusiasmo con un tiro da 40 metri”. De Zerbi conclude lanciando con una dichiarazione abbastanza chiara: “So di avere delle colpe e so altrettanto di non averle tutte. Le colpe sono che le sconfitte devo portarle io come allenatore“.
Tutto è una questione di punti di vista, se io gioco contro di mio figlio di 5 anni sembro Messi nei suoi confronti, se giocassi contro Messi sembrerei una nullità, analisi elementare che da una risposta semplice a De Zerbi. Ne lui ne il suo presidente se ne rendono conto sembra che vivano nel paese delle Meraviglie
Una parola sola, RITIRATI
Certo che durante la settimana vede altri giocatori, li fa allenare coi pulcini è chiaro che gli sembrano tutti dei Messi, poi la Domenica gioca in serie A e tutti gli si trasformano in scarponi. Sin dall’inizio ha avuto la grande colpa di non aver capito che la taratura tecnica era veramente scarsa e credeva di avere in mano il Barcellona con tutti quei passaggetti sempre preda degli vversari e che non ci facevano superare il centrocampo. Comunque Zerbino non è il solo colpevole, forse è quello che si salva di più rispetto a Zamparini e allo scudiero Faggiano, sono loro che da inizio campionato hanno assemblato questa accozzaglia di piedi fucilati.