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Ventura: “Questo Juve-Roma fa bene al calcio italiano”

Il CT Ventura, opinionista per un giorno alla Gazzetta dello Sport, presenta la super sfida scudetto della Serie A, tra Juventus e Roma. “Una partita che farà bene al calcio. Ultimamente è stato raro vedere partite di questo livello con così poca differenza di punti fra le due squadre: non è solo prima contro seconda, ma anche la sfida della possibile “apertura” di questo campionato. E se non sarà pareggio, inciderà: un punto di vantaggio sarebbe niente, a +7 la Juve sarebbe già campione d’inverno. Il fattore Juventus Stadium? Non so se inciderà, ma i numeri sono pazzeschi. E alla fine contano quelli, non i se e i ma. L’impostazione tattica sarà fondamentale: solo contro le piccole squadra contano solo i singoli. Da spettatore neutrale, complimenti ad Allegri: quella che ha battuto l’Atalanta può competere tranquillamente anche in Champions, al contrario di quella di Palermo. Prima mezzora di altissimo livello, forse la miglior partita dell’anno: una risposta da grande squadra. Quella che può dare anche la Roma: è la partita della possibile consacrazione. E anche al di là del risultato: se fai una grande partita lo sai a prescindere da come finisce. Il suo ritorno nel derby ha confermato che Dybala è uno dei pochi giocatori che può cambiare una partita e…”.

Sorteggi di Champions, come è andata alle italiane? “Spero non si offenda nessuno: alla Juve poteva andare peggio. La sfida del Napoli è affascinante, e lo sarebbe stata ancora di più con l’andata al San Paolo. La squadra di Sarri sta giocando molto bene: non sono convinto che debba per forza uscire, proprio no”. Higuain o Dzeko? “La certezza e l’incertezza- continua Ventura alla Gazzetta dello Sport-. Mi spiego meglio: Higuain è Higuain: è quello, e lo sai. Dzeko ha già dato tutto? Non lo sappiamo, magari ha altre qualità a cui non abbiamo neanche pensato. VAR? Tutto quello che migliora il calcio e lo rende più giusto va accettato, ma non credo al “tutto e subito o niente”: va bene per un gol dentro di due metri come quello di Muntari, un rigore e rosso per una respinta sulla linea, non per un fuorigioco. I nostri guardalinee sono i migliori al mondo, e quella deve restare competenza dell’arbitro: altrimenti che si fa,
ogni volta si ferma tutto per andare a vedere la moviola? Piuttosto, sapete quale sarebbe una mia utopia?”.

Il Ct non ha parlato solo di Juve-Roma, ma anche di Milan- Atalanta, che lui stesso ha definito uno spot per la sua Nazionale: “Mi piace pensare sia uno spot per la mia Nazionale, come le partite del turno successivo lo furono per lo stage. In tanti fecero benissimo, ma quella domenica li avevo mandati a vedere tutti dicendo fra me e me: “Se si comportano da divi, vuol dire che non sono pronti”. Gasperini con me era entusiasta delle tante convocazioni per lo stage. Di sicuro so che in Italia non potrà mai succedere come in Germania, dove a livello giovanile il rapporto federazione­ club, anche a proposito di lavoro tattico, è più intenso che da noi. Milan? I risultati del Milan finora sono ottimi e si vede che i giocatori credono fortemente in quello che fanno, ma la verità la sapremo fra due­tre mesi: la loro crescita da svolta, se ci sarà, deve iniziare adesso”.


Infine, l’ex tecnico del Torino si sofferma sui singoli: “Rugani? E’ un esempio per i miei giovani. De Rossi?  tutto nasce da un suo merito: il lavoro che ha fatto prima dell’Europeo. Ci era arrivato in difficoltà a livello fisico: era a un bivio, si è messo in discussione e e ha capito che solo con un certo tipo di impegno poteva tornare ad essere il De Rossi al top. Si è allungato la carriera, e con me non ha sbagliato una partita. Locatelli? Gli abbiamo fatto saltare due Nazionali:  essere chiamato per uno stage è una convocazione vera e propria, ma questo non significa essere già pronto per la Nazionale. Però, se non lo sarà, non si tratterà di bocciatura: significherà solo che gli serve altro tempo”.

 

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