Juventus, Bonucci: “Ho seriamente pensato di abbandonare il calcio”
Primato in campionato con la Juventus, il rinnovo del contratto sino al 2021, a livello calcistico, il 2016 per il difensore Leonardo Bonucci può considerarsi molto positivo. La grinta, la determinazione e la cattiveria agonista sono le qualità principali di Bonucci che oggi, a 29 anni, ha promesso a se stesso e ai suoi fans di continuare a dare il massimo per diventare ancora di più leggenda di questa società che ama con tutto se stesso.
Ma l’anno quest’anno che volge al termine non è stato tutto rose e fiori per il difensore bianconero, che alcuni mesi fa ha vissuto un vero e proprio periodo di terrore per una malattia che ha colpito il figlio Matteo. In una lunga intervista concessa a La Repubblica, Bonucci ha così parlato di quei momenti: “Prima degli Europei a mio figlio Matteo era stata rimossa una piccola ernia inguinale. Una sciocchezza, eppure abbiamo avuto la sensazione che Matteo stesse cambiando. All’inizio pensavamo che la ragione era da ricercare in un residuo di anestesia da smaltire, ma poi una serie di suoi comportamenti ci preoccuparono. Tornammo immediatamente a Torino, e gli esami diagnostici rivelarono una patologia acuta. Bisognava intervenire subito. Il giorno successivo Matteo entrò in sala operatoria alle otto della mattina e ne uscì alle quattro del pomeriggio. Mentre superava le porte della chirurgia Matteo ci ha fatto il verso del leone, come se volesse infondere coraggio più a noi che a sé. Dopo ho raccolto il suo peluche, un orsetto bianco, mi sono seduto in un angolo della stanza e ho fatto una chiacchierata con Dio: sia fatta la tua volontà, gli ho detto, ma non dimenticare che è solo un bambino”.
In un momento così delicato Bonucci non si è mai ritrovato da solo: “Molte persone mi sono state vicine e per i tifosi, non soltanto della Juventus, che mi hanno dimostrato affetto ho anche pianto in tv. Matteo è tornato a casa il dieci agosto, a tredici giorni dall’intervento. Un recupero record. Abbiamo spiegato la situazione a Lorenzo, abbiamo parlato a lungo e pazientemente con Matteo per renderlo consapevole che era successo qualcosa di molto importante, ma che non doveva avere paura perché sarebbe tornato come prima.
La possibilità di abbandonare il calcio per stare accanto alla sua famiglia, è stato qualcosa di molto concreto: “In quelle settimane sono stato sfiorato dall’idea di abbandonare il calcio, avevo completamente accantonato l’obbligo di pensare al mio lavoro. Proprio non ci riuscivo, ma per fortuna ho accanto mia moglie. Lei mi ha dato stabilità, sempre lei mi ha tirato fuori dal pozzo dopo ogni caduta, come quando mi sono trovato, da innocente, sbattuto nell’inchiesta sul calcio scommesse. Martina mi ha insegnato a essere fiero di me stesso nel bene e nel male. E ho capito che nel dolore tutte le famiglie si assomigliano. I privilegi si azzerano nella sventura, se vuoi riemergere devi lottare“.