Tavecchio: “Serie A a 18 squadre utopia, in campo dopo Natale? Ok”
Il presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, ha parlato a Radio Anch’io Sport su Radio 1, nella quale ha esposto le sue considerazioni riguardo le riforme che potrebbero essere attuate alla Serie A. Queste le sue parole: “Il calcio italiano è in crescita, sotto le attenzioni di tanti e non solo per gli investimenti. Stiamo dando un esempio anche per l’utilizzo dei giovani. Anche in ambito internazionale ci vengono riconosciute tante iniziative di livello. Siamo primi nel girone con la Nazionale e quindi il momento non è certo negativo. I risultati devono andare di pari passo con le riforme. I risultati dipendono molto dagli acquisti che vengono fatti e quindi chi ha più potere d’acquisto è avvantaggiato, ma se si punta sui giovani anche il gap viene ridotto”.
L’Europeo Under 21 in Italia? “E’ un successo che arriva grazie a una politica che arriva da lontano. Siamo stati i primi a individuare i nuovi presidenti Fifa e Uefa. Li abbiamo sostenuti e, soprattutto la Uefa in questo momento, ha ritenuto di darci delle soddisfazioni. L’Europeo porterà un grande impulso anche da un punto di vista economico”. Il presidente ha toccato il tema della riforma di un campionato a 18 squadre, idea che boccia in pieno: “Io sono passato da una valutazione numerica delle squadre che giocano i campionati professionistici, e sono immodificabili. Sono passato a pensare a un ranking per partecipare ai campionati professionisti. Abbiamo squadre che vincono ma non hanno impianti o settori giovanili, non hanno copertura assicurativa. La selezione porterebbe a una riduzione delle squadre. Poi un secondo principio: fino a che i professionisti di A, non capiscano che le due Leghe inferiori sono importanti, non andremo da nessuna parte. Senza la mano d’opera della B e della Lega Pro lo spettacolo sarebbe minore anche in A. Diminuire le squadre da 20 a 18 non è possibile, è pura utopia. Ci possiamo trovare sulla possibile riduzione ma solo nelle Serie minori e fatt e in base a una vera e propria selezione”.
“Giocare durante la sosta natalizia? – continua Tavecchio- Le feste comandate sono Natale, Capodanno e la Befana. In questi giorni non si dovrebbe giocare, tutto il resto invece è disponibile. Non capisco perché non si possa giocare il 26 o il 27. Il tabù è quello di parlare del Natale. Se si intende le feste natalizie è possibile giocare in quel periodo. Se le società si mettono d’accordo allora è possibile. In ogni caso non tutti hanno le soste e non tutti si fermano. Anche in estate il discorso è simile, perché si arriva sempre in ritardo. Giocare a Ferragosto è difficile perché è un giorno sacro in Italia, ma in prossimità credo che sia possibile”. Tavecchio si è espresso anche sul dominio economico cinese che sta condizionando il mercato (e non solo) del nostro campionato: “Io credo che in questi giorni il Governo cinese stia facendo valutazione economiche differenti. Ho apprezzato la filosofia politica di insegnare il calcio come materia d’obbligo alle elementari. Poi ci sono i passaggi economici. E’ un paese enorme con profitti enormi. Se la provenienza dei milioni di euro è lecita non penso che sia un danno per i nostri campionati. Da un punto di vista dei talenti non possiamo stare al passo per offerte da 10 milioni all’anno, ma penso che presto capiranno anche loro. Io sono stato in Cina per due motivi importanti: primo, loro ci hanno chiesto di dargli la capacità agonistico-sportiva che arriva da Coverciano. Mi sono portato dietro anche Renzo Ulivieri per farlo incontrare con l’Università. Abbiamo firmato un protocollo per costruire scuole di allenatori sul territorio cinese. Poi abbiamo parlato sul calcio di base. Non hanno il concetto di società, che costituisce il fondamento di questo sport. L’organizzazione globale la stanno copiando dagli altri paesi e lo stiamo organizzando insieme. Ci siamo organizzati anche per quanto riguarda la costruzione dei campi in sintetico visto che i nostri produttori sono i migliori”.
Infine ha parlato dell’ex CT della Nazionale, Antonio Conte, e della sua avventura ora al Chelsea: “Lo sapevo che ci avrebbe lasciato dopo due anni. Sapevo anche che sarebbe stata un’avventura importante per lui quella del Chelsea. Non poteva rimandare il suo arrivo in Inghilterra. E’ un uomo unico e adesso sta ottenendo il giusto riscontro a livello internazionale”.
Togliere il paracadute (milioni di euro) al presidente della squadra che scende in serie B: è una pessima regalia che falsa il campionato e di cui se ne approfittano mercenari squallidi e senza vergogna!