Zamparini e gli allenatori: le dichiarazioni indimenticabili
Stilare un elenco di tutti gli allenatori che il Palermo ha avuto sotto la gestione di Maurizio Zamparini potrebbe essere un espediente ripetitivo. Conosciamo benissimo tutti i 28 allenatori che si sono susseguiti nel corso degli ultimi 15 anni, soprattutto la lunga lista dei tecnici degli ultimi due anni. Ciò che ha caratterizzato Zamparini non è stato solamente l’esonero facile ma anche il non avere peli sulla lingua. I tifosi rosanero, così come i media che hanno riportato le dichiarazioni dell’ex patron di viale del Fante, in 15anni hanno potuto constatare di come fosse facile per il presidente sparare a zero su chiunque o sull’elargire commenti divertenti su tecnici, dirigenti o giocatori.
In realtà Zamparini è stato per lo più un sognatore, si, ma un sognatore buono. Nella sua mente c’è sempre stata la voglia di attuare un progetto serio e duraturo con un tecnico di fiducia solo che a volte le cose non sono andate secondo i piani. Chi non ricorda il primo approdo di Davide Ballardini nel capoluogo siciliano? Il Palermo vinse in casa contro la Roma nel suo esordio nel 2008/09. Zamparini aveva trovato il suo nuovo Arrigo Sacchi, tanto da dichiarare: “Adesso che ho trovato il tecnico giusto non ho nessuna intenzione di lasciarmelo scappare. Anzi, spero che Ballardini resti con noi per i prossimi cinque-sei anni”. Ballardini lasciò il Palermo lo stesso anno.
Uno degli anni più difficili fu durante la stagione 2010/11, il Palermo subì lo 0-7 in casa contro l’Udinese, Delio Rossi fu immediatamente esonerato al suo posto arrivò Serse Cosmi, un amore mai sbocciato: “Io mi sono pentito di aver chiamato Cosmi già dopo la partita col Genoa, avevo capito che con lui le cose sarebbero peggiorate”. Ennesimo dietrofront con il seguente richiamo di Rossi in panchina. Rossi finalmente poteva avere carta bianca: “A Rossi do carta bianca e non gli dirò più nulla. Se vuole mettere Miccoli in porta, faccia pure”. Quel Palermo alla fine raggiunse la finale di Coppa Italia e ovviamente Delio Rossi andò via.
Una dote singolare di Zamparini è stata quella di cercare in altre persone possibili eredi, da Palermo sono passati i nuovi Toni, i nuovi Cavani, i nuovi Pastore, ma anche il nuovo Wenger. Nella stagione 2011/12 Devis Mangia subentra a Pioli nella guida tecnica della squadra e il Palermo vince in casa contro l’Inter, Zamparini aveva trovato proprio dalla sua “cantera” il tecnico dei sogni: “Ho già dato mandato a Sogliano di rinnovare il contratto di Mangia. Spero che il Palermo diventi l’Arsenal del calcio italiano e che Mangia diventi il nostro Wenger”. Anche in questo caso l’epilogo è scontato, Mangia non arriverà a mangiare il panettone, nonostante in una conferenza stampa l’abbia fatto a suo rischio e pericolo. Ma proprio Pioli sarà uno dei tanti rimpianti di Zamparini nella sua versione più cannibale: “Mi sto mangiando il secondo testicolo. Il primo l’ho già mangiato”.
Ci si avvicina alla storia contemporanea e alle crisi degli ultimi anni, la serie B e il ritorno nella massima serie con il “figliol prodigo” Beppe Iachini: “Iachini, per intelligenza tattica e perseveranza. mi ricorda Simeone dell’Atletico Madrid. Iachini per me è come un figlio, l’ho inventato come allenatore e non lo licenzierò mai”. Un amore finito anche questo nel giro di pochi anni, tra addii e ritorni vari.
Fino ad arrivare all’ultima stagione, l’ennesimo ritorno di Ballardini con la solita breve permanenza, e l’arrivo di una nuova promessa del calcio italiano, presentato come l’asso nella manica, il coniglio tirato fuori dal cilindro, De Zerbi ottiene la panchina Palermo. Si, con De Zerbi il Palermo raggiungerà il record di sconfitte in serie A e ben presto la sua luce finirà di splendere: “De Zerbi? Io credo ancora in lui, l’unico problema però è che era presuntuoso: non era umile da capire che la Serie A non è la Lega Pro. Guardiola lasciamolo al Barcellona, perché lì ha grandi calciatori: voler fare il calcio di Guardiola al Palermo, con questi giocatori del Palermo, è utopistico”.
Dopo De Zerbi, e infine Corini , adesso è Zamparini a salutare la scena ma non significa questo che non ne sentiremo più parlare.