Meteobilli: “Baccaglio, lingua in codice”. E sul Palermo… piove
Daniele Billitteri è un noto giornalista palermitano che ha lavorato per tanti anni con il Giornale di Sicilia. Ha scritto libri intelligenti e divertenti che hanno raccontato il palermitano in tutte le sue sfaccettature, sopratutto quelle involontariamente comiche. Ma da un po’ di tempo Billitteri si diverte anche nel ruolo di meteorologo: con il suo blog “Meteobilli” si diverte a raccontare le previsioni del tempo in chiave ironica: e sul web spopola, diventando uno dei personaggi social più apprezzati dal pubblico siciliano. Sul Palermo “piove” da tempo: piove forte e non c’è bisogno di un esperto per capirlo. Ma la tentazione di “sfruculiare” Billitteri sul calcio è forte: dal presidente “miricano” al tifoso medio, da Barbera a Zamparini. E la conversazione è gradevole.
Sei tifoso del Palermo?
Penso che ogni palermitano nasca tifoso, solo che per le avverse vicende della squadra negli anni passati il palermitano per abitudine, oltre a tifare per il Palermo, ha avuto come riferimento una delle cosiddette “grandi”, prima fra tutte la Juventus. Con l’era Zamparini e con la permanenza della squadra in serie A quasi tutti i palermitani sono diventati improvvisamente tifosi della squadra della propria città.
Da profondo conoscitore del “palermitano tipo”, ben descritto nei tuoi saggi “ Homo Panormitanus” e “Femina Panormitana,” puoi darmi una definizione di tifoso palermitano?
Fin da bambino ho frequentato i marciapiedi della città. Non c’è vicolo che io non conosca, anche per il mestiere che ho avuto la fortuna di svolgere. Conosco tutti gli aspetti della città, dalla cultura all’ignoranza, dall’onestà alla delinquenza, dalla ricchezza alla povertà. Tutte le contraddizioni e i contrasti di Palermo io li conosco. Il connotato comune del palermitano è l’estrema passionalità che quest’ultimo mette in tutte le cose. Il tifoso palermitano è passionale ma è manso, nel senso proprio della mansuetudine. E’ rispettato in tutta Italia per la correttezza e per la sua accoglienza. Solo col Catania, per ragioni storiche, cambia atteggiamento ma pur sempre rispettando le regole civili. Il tifoso palermitano segue la propria squadra con fedeltà nel bene e nel male, la sostiene ma non è mai “caino” nei confronti dell’avversario. Questo è dovuto al narcisismo del palermitano che non ha bisogno di dimostrare nulla per fare vedere che esiste. Il palermitano ha la sua prosopopea. Se tu domandi a un palermitano “Comu sì?” lui ti risponde “u megghiu i tutti”.
Sei un frequentatore dello stadio?
No, preferisco seguire le partite da casa. In verità i miei ricordi al Barbera sono legati ai concerti di musica che amo molto come quello di Frank Zappa o di Antonello Venditti di qualche anno fa. Più che altro, per quanto riguarda il Palermo, ho ricordi per così dire de relato e che sono sempre legati al consenso o al dissenso dei tifosi nei confronti della squadra e all’uso di soprannomi con i quali spesso i tifosi chiamano i loro beniamini.
Da tifoso, qual è il ricordo che ti fa più piacere?
Indubbiamente quello legato al presidente Renzo Barbera, che era un mio carissimo amico. Io frequentavo casa sua e tutt’ora frequento i suoi figli. Indubbiamente è stato il più amato di tutti i presidenti di calcio del Palermo. Se devo fare un raffronto fra quella presidenza e quella di Zamparini direi che hanno avuto un diverso modo di essere appassionati di calcio. Sicuramente quello di Zamparini è un modo quasi infantile. Ricordo il suo tavolo fisso alla trasmissione di Aldo Biscardi del lunedì per cui si disse che era un finanziatore del Processo del lunedì: si divertiva ad assumere un ruolo da protagonista del mondo del calcio. Certamente la sua liquidità, dovuta al suo tipo di imprenditoria, gli ha consentito per anni di fare buone squadre comprando giocatori forti: penso a Barzagli, Dybala, Cavani, Pastore e Belotti. Altri giocatori invece non hanno avuto la fortuna a cui sembravano destinati e cito per tutti Amauri, che a Palermo ha dato il meglio di sé ma non nelle altre squadre.
A cosa è dovuta l’insanabile frattura fra i tifosi e Zamparini ?
A mio parere è dovuta alla sua insoddisfazione nel ramo imprenditoriale a Palermo, ma naturalmente è solo una mia impressione.
Del nuovo Presidente Paul Baccaglini che ne pensi ?
Come qualsiasi palermitano sa, “baccaglio” è una sorta di lingua in codice che consente di dirsi delle cose che chi ci sta intorno non è in grado di decifrare. Baccaglini mi pare la stessa cosa. “U miricanu” mi pare uno che non la conta giusta. Forse Baccaglini, in “baccaglio” si traduce Zamparini? E comunque al tifoso fa obbligo l’ottimismo. Per cui: speriamo bene. Io mi auguro che il nuovo capitale sociale possa portare le cheerleaders, molto pittoresche, per la cui scelta ci sarà la fila come per le veline.
Pensi che il Palermo sia ormai condannato alla retrocessione in serie B ?
Dal punto di vista strettamente calcistico, il futuro me lo immagino difficile. Penso che la retrocessione sia ormai inevitabile e che non sarà facile ritornare presto in serie A. Speriamo che Baccaglini, o gli investitori che gli stanno dietro, comprino giocatori forti per ritornare subito in serie A. Naturalmente oltre agli investimenti ci vogliono passione e strategie. Gestire una squadra di calcio è operazione molto complessa e comporta anche la gestione del rapporto con la città, con i tifosi e con le istituzioni. Il tifoso è intransigente. E’ possibile cambiare due o tre mogli nella vita ma non la squadra di calcio. Per cui chi gestisce una società di calcio deve stare attento anche a instaurare un buon rapporto con i tifosi e con il sindaco, che inevitabilmente sarà sempre dalla loro parte.
Una domanda al meteorologo. Il clima di Palermo influisce sul gioco ?
Non credo. Fra l’altro molti giocatori sono stranieri abituati al caldo dei loro paesi e amano vivere a Mondello. Più che altro i tifosi mi chiedono sempre di fare una previsione del tempo per la partita. C’è stato un anno, quello che portò il Palermo in serie B, che pioveva sempre e io raccomandavo loro di portare il paracqua, di quelli che fanno entrare allo stadio ovviamente. Quest’anno non ha piovuto quasi mai, ma in B ci andremo lo stesso perché la Santuzza non credo voglia ripetersi… Poi, chissà, la speranza è sempre l’ultima a morire.
Bellissima questa intervista a Billitteri. Completa di tutto. D’altra parte, Billitteri non lo stiamo scoprendo ora noi. E’ un gran competente di Palermo e dell’animo dei palermitani. Per quanto riguarda il nostro Palermo, speriamo che non piova sempre sul bagnato. E forza Palermo sempre.
Strano da una settimana circa non sia hanno più…………………………….notizie di Baccaglini ancora meno di Zamparini.
Questa strana quiete è il preludio ad una notizia…………………………bomba ????
Intervista,come al solito, godibilissima. Genialelo lo spunto di Billitteri sul cognome del nuovo Presidente e sulla traduzione che in “baccagliese” rimanderebbe a Zamparini. Che sia più di una felice intuizione?
Una bella intervista che viene come sempre condotta con stile e professionalità. ..e con un po’ di ironia e disincanto nei confronti delle tristi sorti del Palermo.
Ho sempre apprezzato Billitteri come acuto osservatore della realtà palermitana, e questa intervista, condotta in modo magistrale, mi ha fatto conoscere un aspetto della sua personalità che ignoravo, e che conferma il suo acume e la capacità di analisi approfondite. L’intervistatrice si conferma a sua volta bravissima, con le domande giuste, per di più in una forma sintetica che dà un ritmo veloce al dialogo, che si legge tutto d’un fiato e con piacere. Il gioco di parole sul baccaglio è divertentissimo.