Mirante: “Buffon? Una scuola, quegli 8 giorni in ospedale…”
Dai 5 gol presi contro il Torino allo stop per un problema al cuore, fino alla porta inviolata nell’ultimo match contro il Palermo, Antonio Mirante, in questa stagione le ha vissute tutte, di belle e di brutte. Un esame al cuore stava per fermare la sua carriera e la sua passione, ma tutto si è sistemato, facendogli rispuntare il sorriso e la serenità che lo contraddistingue fuori e dentro il campo. Il portiere felsineo è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport.
“In quegli 8 giorni in ospedale si sono alternati in tanti. Papà e mio cognato Raffaele Palladino: è venuto da Crotone ed è rimasto due giorni. E’ un fratello, qualcosa di più. Poi Stefano Russo, portiere alla Vibonese, e Luca Bucci, il mio preparatore, che mi sopporta da 7 anni. Appena arrivò la mia idoneità sportiva ho fatto una festa nello spogliatoio con la squadra alla quale ho offerto pure una cena”.
Poi ha parlato della sua fonte d’ispirazione, Gianluigi Buffon, e di alcuni portieri emergenti: “Buffon è una scuola. Quando smetterà diremo che è stato il più grande. Non ha mai subito le pressioni o la critica ed è uno che non può permettersi neppure di sbagliare un rinvio. E’ un atleta incredibile e il ruolo del portiere è il più difficile, devi essere un atleta perfetto. Donnarumma? Il futuro è suo. Ammiro Meret, Cragno e Gomis, che il Bologna aveva preso per sostituirmi e ora è a Salerno. Con Bucci si migliora”.
Infine parla del Bologna, di Donadoni e del suo futuro: “Con Donadoni ci ho lavorato anche a Parma dove ho trovato pure la Nazionale. Con lui sono cresciuto mentalmente. Bologna? Manca la crescita mentale e l’esperienza di gestire certi momenti. Non so fino a quanto giocherò, ma fino al 2019 ho il contratto qui. Ho una passione troppo forte”.