Serie A, le pagelle di fine anno: top Juve e Atalanta, flop Inter e Palermo
JUVENTUS 9 Al limite della perfezione. Il sesto scudetto consecutivo fa entrare i bianconeri di diritto nella leggenda. Un girone di andata in controllo ma non sempre dominato, le sconfitte contro Genoa e Fiorentina hanno mostrato la fragilità dei bianconeri. Il crollo di Firenze è stato il perfetto trampolino di lancio, Allegri ha cambiato il modulo, buttando in campo tutti i suoi big e affidandosi al 4-2-3-1. Da quel momento si è spalancata la strada verso la vittoria finale, senza esitazioni. Tricolore cucito sul petto più che meritatamente.
ROMA 8,5 Solamente quattro punti di distacco dalla Juventus schiacciasassi. I giallorossi sono stati sia belli che cinici, forti caratterialmente nel reagire alle sconfitte. Nonostante un ambiente sempre incline alle polemiche, la squadra in campo ha sempre fatto risposto in maniera egregia. Il dibattito su Totti ha oscurato la fase finale di stagione, comunque conclusasi con un secondo posto che vale la Champions diretta.
NAPOLI 8,5 Un calcio da far stropicciare gli occhi. Una bellezza estetica che avrebbe meritato qualcosa in più, il terzo posto va stretto agli uomini di Sarri. I partenopei si trovano a memoria, imbastendo trame eccezionali. Superati perfettamente sia l’addio estivo di Higuain che il pesante infortunio di Milik. La scoperta di Mertens centravanti è una genialata da premio Oscar. Azzurri scintillanti e un girone di ritorno grandioso: un po’ di rammarico può anche esserci.
ATALANTA 9 Chi l’avrebbe mai detto, straordinari. L’inizio è stato da film horror, con Gasperini addirittura a un passo dall’esonero dopo la sconfitta contro il Palermo. Poi il coraggio di affidarsi ai giovani e di responsabilizzare Gomez, il mix perfetto che ha portato i bergamaschi a ottenere un risultato pazzesco: quarto posto e ritorno in Europa. Una favola stupenda, la sorpresa in assoluto di questo campionato.
LAZIO 7,5 Il riscatto di Simone Inzaghi. Il tecnico biancoceleste si è seduto in panchina come seconda scelta dopo il rifiuto di Bielsa. Ha sorpreso tutti, dimostrando intelligenza e capacità tattiche, costruendo una squadra solida e compatta, capace di offendere grazie alle individualità spiccate. Peccato per il quarto posto perso e per la sconfitta in finale di Coppa Italia.
MILAN 6,5 Un voto dovuto all’80% al lavoro di Montella. I rossoneri hanno raggiunto l’obiettivo minimo, ovvero l’Europa League. Hanno però anche vinto la Supercoppa Italiana contro l’invincibile Juventus, con grande merito. I rossoneri hanno puntato sull’italianizzazione ed si è rivelata una scelta ripagante. Un gioco non sempre scintillante e tanti momenti negativi, avversità superate grazie alla forza del gruppo. Create le basi per un futuro di nuovo vincente.
INTER 4 Una stagione iniziata male e finita peggio. L’obiettivo, più volte dichiarato, era la Champions League. I nerazzurri hanno chiuso al settimo posto e ancora fuori dalla zona europea. Non servono commenti. Una girandola di allenatori che ha messo k.o. la squadra. Mancini ha lasciato a due settimane dall’inizio del campionato, De Boer è stato bocciato in tronco (nonostante la vittoria contro la Juventus). Con Pioli sembrava tutto rose e fiori, con i nerazzurri di nuovo vicini al terzo posto dopo una rimonta che aveva fomentato i sogni dei tifosi. Poi un altro crollo e Pioli esonerato. Stagione sciagurata.
FIORENTINA 5 Deludente. Un rapporto tra ambiente e Paulo Sousa che si è frantumato e che ha influito sul rendimento della squadra. I viola sono stati discontinui, autori di prestazioni eccellenti e poi protagonisti di disfatte insensate, come la débâcle . Stagione ampiamente sotto le aspettative.
TORINO 5,5 Ci si aspettava di più dai granata. La banda di Mihajlovic ha viaggiato a corrente alternata, spinta più che mai dalla vena realizzativa di Belotti. Annata sufficiente, qualcosina in più si poteva fare…
SAMPDORIA 6 Più costante invece la Sampdoria di Giampaolo, che ha messo in mostra un buon calcio e che ha creato tanti problemi a tutte le big, soprattutto in casa. Decimo posto meritato.
CAGLIARI 6,5 Annata non male per una neo promossa. I sardi sono stati disastrosi in fase difensiva, subendo sempre e tanto. In casa però hanno avuto un ruolino di marcia impressionante, che gli ha permesso di conquistare la salvezza con largo anticipo. Buon lavoro di Rastelli al suo esordio in Serie A.
SASSUOLO 6 I neroverdi hanno pagato la prima apparizione in Europa League. L’impegno europeo e un numero tendente a infinito di infortuni ha messo in serie difficoltà gli uomini di Di Francesco, trovatisi nella zona calda nella prima parte di stagione. Dopo essere usciti di scena alla fase a gironi della competizione continentale, gli emiliani si sono ritrovati e hanno viaggiato tranquillamente verso la salvezza.
UDINESE 6 Una stagione senza sussulti. Partiti male sotto la gestione di Iachini, i friulani hanno svoltato con l’arrivo di Delneri. Annata comunque sufficiente ma piatta.
CHIEVO 6,5 Una piccola e solida realtà. I veneti giocano sempre il loro onesto campionato, mettendo in difficoltà tutti e senza mai mollare. Un capolavoro annuale targato Maran, che ha messo in piedi una gruppo coeso che in campo si trova a memoria. Chievo che si affida al suo bomber sempreverde Pellissier.
BOLOGNA 5,5 Campionato anonimo. Raggiunge il suo obiettivo, la salvezza, ma senza entusiasmare. Anzi, clamorose le sconfitte interne contro Napoli (1-7 per gli azzurri) e Milan (0-1 per i rossoneri, in 9 uomini).
GENOA 4,5 Un campionato a due volti. Un buon girone di andata, nel quale sia Simeone che Ocampos hanno trascinato la squadra. Complice un mercato invernale scellerato, i rossoblu sono caduti in una spirale negativa, che ha portato all’esonerodi Juric e alla chiamata di Mandorlini. Ma l’ex Verona non ha avuto l’impatto sperato. Ed ecco allora il ritorno del croato, che non è riuscito però ad evitare una finale ricco di sofferenza. Con la sconfitta di Palermo i rossoblù si sono trovati a due punti dal terzultimo posto. La vittoria contro il Torino è stata una salvezza, in tutti i sensi.
CROTONE 7 Miracoloso e straordinario. Una favola dal lieto fine. I calabresi erano ultimi in classifica fino al termine del girone di andata. Dalla 30esima giornata la svolta, gli uomini di Nicola sono riusciti a recuperare 11 punti all’Empoli. La salvezza è da sceneggiatura di un film, vittoria contro la Lazio e contemporaneo k.o. dell’Empoli. Il Crotone è diventato il simbolo della tenacia, del crederci sempre nonostante una situazione ampiamente compromessa.
EMPOLI 4 Dramma sportivo. I toscani hanno dilapidato un vantaggio cospicuo, perdendo la Serie A all’ultimo atto della stagione. Peggior attacco della Serie A, i toscani hanno vissuti momenti di smarrimento totale, riuscendo però a vincere in due trasferte quasi impossibili contro Milan e Fiorentina. Due vittorie che sembrava avessero lanciato gli uomini di Martusciello verso il quarto anno di fila in massima serie. Previsioni sbagliate, i toscani sono stati risucchiati dalle sabbie mobili, con la tragedia che si è consumata sul campo del “Barbera”.
PALERMO 3 Un disastro. Le scelte scellerate di Zamparini in fase di mercato hanno fatto sì che venisse creata una squadra incompleta e piena di giovani senza esperienza. A partire da Posavec finendo con Balogh e Sallai, la versione “Palermo dell’Est” è stata fallimentare. Inoltre , il solito valzer di allenatori non ha sortito l’effetto desiderato: prima Ballardini (via dopo due giornate), poi De Zerbi. L’ex Foggia aveva idee troppo sofisticate per un rosa non all’altezza e l’esonero è stato solamente una conseguenza naturale. Con l’arrivo di Corini l’ambiente rosanero ha sperato nel miracolo, poi tramutatosi in illusione. L’ex regista ha deciso di dire addio dopo un mercato invernale nullo e dopo non aver ricevuto rassicurazioni. Con Lopez è stata una lunga agonia che ha compromesso l’esito stagionale. Bortoluzzi ha permesso alla squadra di salvare la faccia, con la Serie B ormai in tasca.
PESCARA 3 Squadra non all’altezza della Serie A. Campionato fallito in tutti i suoi aspetti. Sotto la gestione di Oddo gli abruzzesi sono entrati in un vortice destabilizzante di k.o.. Zeman è stata l’ultima mossa della disperazione, ma il verdetto era già scontato.