“Zampaglini”, “l’esonerite”, Bortoluzzi, la farsa e San Tommaso

Paul Baccaglini si lascia contagiare dalla stessa “malattia” che Zamparini non è riuscito a debellare in 30 anni di calcio: l’esonerite. Ecco quindi il suo primo cambio di allenatore, da Lopez a Bortoluzzi: tecnicamente un record, anche perché sarà pure presidente ma non è ancora il proprietario. Il sospetto (più di un sospetto), dunque, è che anche in questo esonero ci sia la mano di Zamparini che seguendo il suo istinto avrebbe già agito quindici giorni fa.

Un esonero a questo punto della stagione ha (dovrebbe avere) un solo significato: la società ci crede ancora, prova a fare l’ultimo tentativo disperato, attribuisce a Diego Lopez una buona parte di responsabilità nelle cinque sconfitte consecutive, crede che la squadra abbia tecnicamente qualche cartuccia ancora da sparare.

La mia personalissima opinione è che la stagione 2016/17 è stata talmente una farsa che non saranno queste ultime disperate operazioni a fare cambiare il giudizio di nessuno. Il Palermo è sprofondato per sua stessa mano, ha perso più punti di quanto avrebbe dovuto. Con qualche isteria in meno, qualche cambio di allenatore in meno e qualche giocatore in più a gennaio avremmo potuto contare su qualche spicciolo di punto in più che avrebbe alimentato le speranze di salvezza in un campionato che più penoso non si può. Se a sette giornate dalla fine, con appena 15 punti in classifica, c’è ancora una flebile speranza di salvezza vuol dire che il livello è bassissimo e questo fa aumentare i rimpianti.

In quanto agli aspetti tecnici sono d’accordo sulle responsabilità di Lopez che era partito benino. Poi anche lui è andato in confusione, cambiando tanto, cambiando male e dando l’impressione di non avere saputo motivare la squadra. Contro il Cagliari e il Milan si è toccato il livello più basso non soltanto dal punto di vista tecnico: la squadra si è sfarinata al di là delle sue stesse deficienze tecniche e non hanno torto i tifosi quando dicono che non si era mai visto niente di tutto ciò. Con le dovute proporzioni nemmeno quando la squadra retrocesse in C-2.

Ora il cerino in mano va a Diego Bortoluzzi che comunque non rischia niente dal punto di vista professionale. Peggio di così è impossibile. Per uno che si è seduto in panchina accanto a Guidolin in anni ben più felici della storia zampariniana sarà un trauma ritornare in questa Palermo calcistica che non è nemmeno lontana parente di quella di alcuni anni fa. Lo seguiremo con l’affetto che merita lui e con lo scetticismo che merita una squadra molle e sconclusionata.

Per la gara con il Bologna, nonostante i prezzi bassi, il Palermo si esibirà davanti a pochi intimi: se arriveranno i tre punti (ma come?) Bortoluzzi potrebbe aprire un’altra storia. Glielo auguriamo per lui, per noi, per tutti i tifosi mortificati: ma dopo le tribolazioni della passata stagione (grazie, Santa Rosalia) e le bassezze delle ultime domeniche non si arrabbi nessuno se, come San Tommaso, prima di illuderci vogliamo toccare con mano i fatti.