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Accardi si racconta: “Il mio sogno? Riportare il Palermo in Serie A”

FOTO PEPE / PUGLIA

Andrea Accardi si racconta. Il difensore palermitano ha compiuto ieri 25 anni e oggi chiude idealmente la stagione di “un anno da aquile” (format video del Palermo) per raccontare la sua stagione in rosanero: la prosecuzione di un rapporto con i colori rosanero cominciato sin dall’infanzia, da tifoso e da calciatore, dai primi calci fino all’approdo in prima squadra sia con la vecchia che con la nuova società.

In una video-intervista realizzata per i canali social ufficiali del club, afferma: “Il bilancio è più che positivo. Abbiamo concluso la stagione come pensavamo e speravamo, ovvero vincendo il campionato. E sono molto felice di aver fatto parte della rinascita del Palermo. Sin da subito aveva detto che volevo ripartire con la maglia della mia città. La maglia che ho sempre sognato sin da bambino. Ho provato emozioni grandissime e posso dire che si è creato un gruppo che è una famiglia. Noi siamo una famiglia, dentro e fuori dal campo”.

E sottolinea: “Ogni giorno che indosso questa maglia vivo emozioni come se la indossassi per la prima volta. Non è facile, la maglia pesa il triplo rispetto ad altri, i tifosi si aspettano tanto da te e li capisco perché da bambino l’ho provato anch’io; ma è un’emozione unica. Come uomo, indossare la maglia del Palermo significa aver già realizzato il mio sogno come uomo. A livello sportivo, il mio sogno è ora di tornare in Serie A con questa maglia”.


Sui tre momenti da ricordare di questa stagione, Accardi ha pochi dubbi: “Il primo giorno di ritiro. Eravamo tutti nella palestra e sentivamo i cori dei tifosi; non vedevo l’ora che arrivava quel giorno. Poi la partita con le vecchie glorie: vedere lo stadio pieno e quella coreografia è stato bellissimo. É stato unico. I miei compagni erano tutti emozionati. Il terzo episodio è un aneddoto che forse pochi sanno. A Cittanova con Martinelli: nonostante fossimo in inferiorità numerica, ci siamo guardati e ci siamo detti… noi la portiamo a casa. Poi sapete tutti come è andata a finire. Questa immagine rimarrà per sempre impressa nella mia mente”.

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