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Arcoleo: “Il Palermo saprà reagire. I campionati si vincono ad aprile”

Ignazio Arcoleo “allarga la famiglia”. Eccola, la nuova foto di campioncini in erba, sui quali l’ex tecnico del Palermo scommette per il futuro. Sono sempre di più perchè alla Cantera Ribolla cresce ogni giorno il movimento giovanile e l’entusiasmo per il calcio, inteso come gioco di squadra e insieme di valori sportivi. Ed è sempre bello vedere persone come Arcoleo (e non solo lui), impegnate a lavorare sulla tecnica dei bambini “in erba” e non più su quella di calciatori professionisti, è bello respirare la passione genuina per questo sport, è bello vedere l’entusiasmo e la spontaneità nei ragazzi che magari sognano di diventare come i loro idoli ma nel frattempo pensano e giocano – com’è giusto che sia – con la testa sgombra di chi ha più o meno 12 anni.

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In questo clima sembra quasi strano tuffarsi a capofitto sulle vicende del Palermo, improvvisamente meno rosee rispetto a dieci giorni fa. L’istanza di fallimento e la batosta con il Cittadella hanno fatto svanire l’entusiasmo, lasciano spazio alla inevitabile preoccupazione sulla capacità dell’ambiente di compattarsi di fronte alle avversità. E la partita di Avellino non è più una tappa come un’altra.


“Il primo obiettivo – dice Arcoleo – è quello di tenere unite tutte le componenti che fanno parte di una squadra professionistica. Tedino è stato bravo a creare un gruppo unito ed efficiente e non era semplice. Ricordate a luglio, quanti giudizi e soprattutto quanti pregiudizi? In pochi pronosticavano un campionato di vertice ed io ero fra quelli perchè la squadra ha dei valori non comuni. Ma per vincere bisogna mantenere la testa e il gruppo per nove mesi, i campionati si vincono in Primavera e non può essere una sconfitta anomala con il Cittadella a pregiudicare la compattezza dell’ambiente. La serie A è troppo importante per tutti: per l’allenatore, per i giocatori, per la società ma anche per la città che indirettamente ne beneficerebbe”.

Secondo lei la sconfitta con il Cittadella è tecnica o mentale?

“Non c’è dubbio che si è trattato di una partita storta, dovuta alle voci preoccupanti che sono esplose poche ore prima della partita, ci vuole un po’ di tempo per metabolizzare una simile “bomba” mediatica, specie quando dall’inizio dell’anno si pedala controcorrente. Il Cittadella ha fatto un figurone perché non avendo niente da perdere ha sfruttato in maniera eccellente il brutto approccio del Palermo alla partita”.

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Quindi non c’entrano le scelte di formazione come per esempio il turno di riposo dato a Coronado?

“Non credo. Certe cose si capiscono meglio dall’interno ma credo che Coronado avesse bisogno di un attimo di riposo, da qualche partita non giocava al massimo per problemi fisici e ci sta che il tecnico lo abbia fatto riposare per farlo tornare al meglio”.

In effetti non ha funzionato proprio niente…

“Appunto, proprio per problemi mentali. Possiamo trovare un miliardo di difetti tecnici sulla prestazione contro il Cittadella: il primo gol è venuto perché due difensori hanno commesso un errore di posizionamento nel difendere su Kouame; il secondo gol è arrivato perché il Palermo ha perso palla in uscita dall’area e si è fatto trovare impreparato; nel terzo gol è stato dato spazio a Salvi per avanzare senza che nessuno uscisse a tamponare. Potremmo dire che le distanze tra i reparti erano troppo grandi, troppi passaggi sbagliati, manco rispetto dei tempi di gioco. Tutti errori che non si erano mai visti e che quindi sono figli di una situazione mentale negativa”.

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Però se il Palermo dovesse perdere anche ad Avellino…

“Io credo che non perderà. Questo Palermo, secondo me, ha la capacità di assorbire una simile botta e di reagire, sono convinto che la squadra farà una prova di orgoglio importante. In ogni caso, il risultati di Avellino non decide nulla nel bene e nel male, i campionati si vincono ad aprile, non adesso”.

Quali sono i punti di forza dell’Avellino?

“La difesa è molto arcigna con giocatori forti sulle palle alte e fisicamente prestanti. Stimo molto Falasco, il loro esterno sinistro, che ha un bella tecnica. Il centrocampo dispone di gente che corre e lotta ma forse, rispetto ad altre squadre, ha meno qualità, il Palermo dovrà essere bravo ad aggredire la palla proprio a centrocampo; in attacco mi piacciono sia Ardemagni che Castaldo, giocatori di categoria bravi nel lavoro di finalizzazione”.

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