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Baccaglini: “Palermo, nessun inganno! Le perplessità sono uno stimolo”

Giornate ricche di incontri e la ricerca della fiducia di tutti. Paul Baccaglini prosegue nella sua idea di progetto: “La gente mi incontri e mi chiede. ‘E il closing?’, come mia figlia quando aspetta il Natale. Vorrei che fosse oggi così ci leviamo il pensiero. Non esistono inganni, solo date che verranno rispettate“, assicura a Il Corriere dello Sport. Progetto che va avanti nonostante i dubbi e lo scetticismo: “Le perplessità dell’ambiente non mi toccano, ci sono abituato. Le avverto anche sotto le luci della ribalta ma per sono sempre state degli stimoli“.

Baccaglini lo ha più volte ribadito: i giocatori devono mostrare attaccamento e voglia. Il presidente rosanero, per far capire il concetto, racconta la sua esperienza risalente a qualche giorno fa: “I calciatori hanno delle responsabilità. Al reparto oncologico c’era un bambino che soffriva e la mamma che piangeva. Questo bambino era senza capelli ma con una cappellino del Palermo e un plaid rosanero che non toglie mai. Chi va in campo deve lasciare sudore, gol, polmoni e cuore per ricambiare l’affetto della città“. E l’idea di potersi salvare non tramonta, non poteva mancare il paragone illustre: “Abbiamo lo stesso metodo della Ferrari, tutti uniti per lo stesso obiettivo. Anche noi abbiamo tante Mercedes da superare

L’era di Zamparini capitolo chiuso, ma Baccaglini non nasconde di attingere dal pozzo di saggezza dell’ex presidente: “Zamparini è una persona che può suggerirti un punto di vista alternativo, c’è sempre qualcuno da cui attingere“. Ma adesso Baccaglini è pronto a prendere le redini del club, senza timori: “Sento il peso di un progetto che può cambiare la vita di molti, voglio dimostrare che la fiducia è stata posta sulla persona giusta


Baccaglini pensa al Palermo ma non solo. Il presidente venuto dall’America vuole fare grande anche il calcio italiano: “Il calcio è una miniera d’oro che non sfruttiamo. Va avanti come un telefono vecchio che urge trasformare in Iphone. Bisogna rompere con il passato e con i poteri. Se posso spostare il calcio italiano anche solo di un metro è per il suo bene. In caso di resistenze cercherei di abbatterle. Dall’Italia ho preso l’amore per la famiglia, dall’America la monetizzazione del brand. Qui manca l’idea del business. Per esempio in Italia-Albania era la millesima gara di Buffon, vincevamo 2-0 ed andava sostituito per fargli prendere cinque minuti di applausi. Non è stato fatto, errore”.

Tra passato e concetto di globalizzazione: “Volevo diventare il campione, Michael Jordan, le legende si amano a prescindere dalla loro maglia. Un ragazzo nato a Palermo si attribuisce un prestigio o una gioia diverso da quello che può dare uno stranieri. Non per xenofobia ma per storia e cultura – spiega -. Non serve andare ai Caraibi quando a Mondello c’è un mare straordinario“. E senza dubbio il segno distintivo di Baccaglini sono i tanti tatuaggi che ricoprono il suo corpo: “Nel petto ho il ritratto di mia nonna su un mezzo busto della Madonna – illustra il presidente – . Mi ha fatto capire quanti sacrifici si facevano per mandare avanti la casa con sacrifici, in silenzio e sempre sorridente. Sul cuore la scritta ‘Obrigado’ in quanto il Brasile mi ha fatto conoscere Thais. Sul fianco ho un mojito, mi ricorda il periodo libero delle Iene, i famosi 20 anni”.

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