Basta “palle”, fate rotolare il pallone. Metti che a Livorno Delio Rossi…
Dopo tante palle, che rotoli il pallone. Diciamolo chiaramente: noi tifosi del Palermo siamo stufi di due diligence, di advisors, di hedge funds, di special – purpose – vehicles, di closing e di tutte le menate più o meno comprensibili che ci siamo dovuti sorbire in questi mesi.
Siamo stanchi di questa accozzaglia di soggetti che, come un amico dei miei tempi belli che ci provava con tutte riscuotendo pochi successi, “pattìano sempre e nun accattanu mai”. Come possiamo orientarci, noi poveri peones, tra le bugie del signor Foschi? A cominciare dal “questa è gente seria” detto a proposito dei figuranti d’oltre – Manica che si trasforma dopo pochi giorni nel “sono riuscito a strappare le quote azionarie a questi cialtroni”.
Come giudicare le dichiarazioni, sempre del signor Foschi a proposito dei Paperoni della York, “sarebbe il miglior colpo della mia vita” seguite il giorno appresso da quelle del signor Macaione, secondo cui “la York è una menata che vale zero”? Come possiamo accettare di sentir dire dallo stesso pilota del sorpasso all’ultima curva da parte di Arkus che la conferma dei due soggetti storicamente legati all’innominabile venditore potrebbero restare in sella in quanto “lavoratori dipendenti come gli altri”?
Il tutto dopo anni popolati da sceicchi ed emiri, dai cinesi e da Cascio, da Baccaglini con corredo di Thais e da Follieri senza corredo della Hathaway. Noi tifosi rosanero meritiamo rispetto e non certo questo can-can ballato con i tacchi a spillo sui nostri testicoli; perché di verità ne abbiamo vista poca, di chiarezza ancor meno e di bugie, ossia di palle, tante. Palle passate, palle presenti e temo anche palle future.
Ma noi in fondo saremmo solo appassionati di calcio e amanti dei nostri colori. Noi per decenni abbiamo sofferto tanto e gioito con pochissimo: bastava l’acquisto di un Lunerti o di un La Grotteria per scatenare l’entusiasmo e la fantasia di noi tifosi. Ci contentavamo di poco perché eravamo consci dei nostri limiti e anche un po’ rassegnati alla storica dimensione del Palermo. Forse oggi siamo ancora tutti ebbri di una sbornia che per alcuni anni ci ha fatto sognare che potessimo emergere dal nostro rango naturale; un “tuffo dove l’acqua è più blu” che forse non si ripeterà mai più.
Le bugie, le mistificazioni, le mancanze di rispetto, i rimpianti per ciò che abbiamo sognato di diventare ma che forse non saremo mai sono i punti negativi di un bilancio che oggi si chiude forse definitivamente ed in cui troviamo sull’altro piatto campioni mai neppure sognati e vittorie mai neppure ipotizzate. È la nostra vita, la vita della nostra squadra ed è stato comunque bello averla vissuta perché in fondo per noi, al di là di tutte queste palle e “menate” che ci coinvolgono e che siamo costretti a subire quasi come fossimo estranei mentre invece siamo la prima parte in causa, conta soltanto vedere un pallone che rotola sull’erba e un gruppo di ragazzi che gettano sangue e sudore su una maglia rosanero.
Domani finalmente il pallone torna a rotolare. Sul campo intitolato al grande Armando Picchi, giochiamo una partita dal cui esito dipende gran parte delle possibilità di promozione diretta del Palermo. La giochiamo in una città sanguigna, antico porto franco di galeotti e prostitute, contro una squadra guidata da un ex-rosanero che ha mille motivi, oltre alla classifica, per giocare alla morte contro di noi. La giochiamo dopo il ritorno, passato quasi in sordina, di un allenatore che ha segnato il punto più alto della parabola zampariniana.
Metti che il nostro Delio resusciti i cadaveri, metti che la vinciamo e che l’indomani la capolista Brescia espugni lo Stadio di Via del Mare: andiamo a pari punti con i Salentini con una partita in più da giocare. E allora concentriamoci su questi conti, quelli che a noi interessano per davvero. Speriamo che la vera “due diligence” sia quella dei nostri giocatori, molti dei quali hanno tanto da farsi perdonare avendo giocato, come ha ben scritto Brandaleone dopo il deludente pareggio con il Padova, “da quattro anni la stessa partita”. Dimentichiamo per un attimo Macaione, Foschi, Oliva, la De Angeli e l’innominabile recluso. Domani si gioca, domani si deve vincere una partita decisiva. Facciamo solo i tifosi del Palermo. Almeno fino a quando ce ne sarà uno.
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Come si fa a non essere daccordo. Che desiferio di normalita
Quante sono belle e vere le tue riflessioni, caro Vitogol! Non posso che sottoscriverle in pieno! Grazie!
Vorrei aggiungere: tutto questo non accadrebbe se il business non si fosse ormai completamente impossessato del calcio, che invece dovrebbe appartenere a noi tifosi, ed a giocatori e allenatori naturalmente, e se solo volessimo tutti insieme potremmo liberarcene e liberare il calcio….se solo lo volessimo…..tutti insieme……comunque ora e sempre Forza Palermo!!
Sarebbe bello tornare alla normalità e parlare di calcio giocato, ma qui sono 8 anni ( dalla finale persa a Roma per l’esattezza ) che ci stanno prendendo per i fondelli, e io non credo più a niente e a nessuno!!!!
Comunque sull’esperienza dello scorso anno, non credo che nè Palermo nè Lecce le vinceranno tutte. Ricordiamoci lo scorso anno il clamoroso sorpasso del Parma all’utlima giornata su tutti con il frosinone condannato ai playoff da un gol in pieno recupero da un foggia tranquillo