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Benvenuto Caminiti, racconti “tra nuvole rosa & cieli azzurri”

(gm) Benvenuto Caminiti, giornalista che non ha bisogno di presentazione per i tifosi del Palermo, presenta il 24 novembre, alle 18, al bar Albatros il suo nuovo libro “Tra nuvole rose & cieli azzurri”, incentrato – neanche a dirlo – su storie rosanero. In questo pezzo a sua firma, Caminiti ci racconta come è nata l’idea.

Quando Riccardo Colao, giornalista e scrittore, catanzarese di nascita ma romano di adozione, mi chiamò al cellulare era la vigilia di Natale dell’anno scorso e, per il garbo e l’eleganza mi sembrò un gentil signore d’altri tempi e d’altri luoghi: “Benvenuto Caminiti? Io sono…”. E di seguito, come una fiumana, una sequenza di complimenti per i post che da anni andavo scrivendo su Facebook. “Me li ha segnalati Fausto Silipo, mio compaesano ed “eroe” della mia squadra del cuore, il Catanzaro!”. Dopo di che, mi spiattellò con estrema disinvoltura – come fosse cosa già realizzata – l’idea di “fare un libro, assemblando i post che lei considera più importanti”.

Rimasi di stucco, anche perché – ad onta del mio intenso ”curriculum” di cronista – non sono abituato a ricevere elogi così sperticati e proposte così allettanti. Tra gentiluomini basta la parola e io e Riccardo, al di là dei rispettivi ruoli, magari saremo poco altro ma gentiluomini lo siamo certissimamente. Mi misi subito al lavoro, impostando per argomento i tantissimi post a disposizione e, alla fine, sistemandoli in tre sezioni: 1) la famiglia; 2) il calcio ed altri amori; 3) il Palermo. Ovviamente per una fatica del genere mi sono avvalso della preziosa collaborazione di un giovane amico, esperto di computer: mica facile mettere ordine tra i tanti post a disposizione, collocarli nella giusta sequenza e, infine, infilarli ciascuno nella sezione di competenza.


GDS – IL CLOSING PUO’ SLITTARE

E finalmente, a metà maggio scorso Riccardo (col quale già da mesi eravamo passati al “tu”) mi annuncia di avere steso una prima bozza del libro e di aver pensato ad un trittico di copertine: “Una più bella dell’altra – mi precisa al telefono – ma devi essere tu a scegliere!”. E delle tre io ho scelto quella che per me più delle altre annuncia che tipo di libro troveremo, sfogliando le sue pagine, una dopo l’altra. È la foto con mia Madre giovanissima (34 anni) e mio fratello Vladimiro, poco più di quattro mesi, al centro; di lato, il pallone, simbolo e sogno di tutta la mia vita; a destra, il distintivo del Palermo anni 80/90, quelli della mia giovinezza.

“Tra nuvole rosa & Cieli azzurri” (Titani Editori) è, in un modo del tutto originale, un libro autobiografico perché, post dopo post, io non faccio che raccontare me stesso, cioè i miei sogni, le mie speranze, le mie passioni. Piango e rido, sfioro il cielo e precipito nell’abisso, vinco e perdo le mie battaglie, mi esalto e mi deprimo: il tutto nello spazio di un giorno, anzi di un’ora, anzi di un minuto. Perché così sono fatto, sempre in bilico tra il rosa e il nero, che, guarda caso, sono i colori della mia squadra del cuore, che mi tiene compagnia ogni minuto della vita, da quasi settant’anni. Da quando, – non avevo neanche otto anni (Epifania del ’49) – entrai di soppiatto allo Stadio per vedere per la prima volta il Palermo. Contro il Grande Torino. E il bello è che quando io entrai, a meno di mezzora dalla fine come tutti quelli senza biglietto, il Palermo perdeva 2-0. Sbucato dagli scaloni della curva, piccolino com’ero, non vedevo nulla, ma sentivo l’urlo immane della folla e, addosso, il gelo, la pioggia e il vento di quel pomeriggio da tregenda. Io non so se dipese da me, dal mio strepitoso cuore di tifoso-bambino, certo è che il Palermo nei venti minuti finali prima accorciò con Milani e poi pareggiò con Pavesi.

Colato come un pulcino e strapazzato come un fuscello, la durissima marcia di ritorno verso casa mi sembrò interminabile ma avevo scoperto il primo amore della mia vita, quello che non si scorda mai e mai si tradisce. Per niente e per nessuno.

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