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Brutta copia del Palermo, l’Inter cala il tris a San Siro

La fotografia della serata, sul fronte rosanero, è quella scattata al 7’ del secondo tempo: sugli sviluppi di un’azione alimentata da Barreto, clamoroso l’errore a porta sguarnita di Dybala dopo una carambola sul palo colpito da Vazquez. Era il segnale di una giornata storta. La spia accesa sul display di una squadra che non avrebbe avuto la capacità di invertire il trend di una partita segnata. E così è stato. E’ la dura legge del calcio: quando si sbagliano occasioni come quella fallita nel primo segmento della ripresa rischi di essere punito e il Palermo lo ha pagato caramente sulla sua pelle. Sarebbe stato il gol dell’1-1, un episodio che avrebbe potuto cambiare il volto di una gara nata sotto una cattiva stella. E non solo per il campanello d’allarme scattato nei giorni scorsi nel reparto arretrato. Il Palermo, la brutta copia di quello ammirato quasi sempre in questo campionato, ha avuto anche la “sfortuna” di incontrare una squadra agguerrita, costretta a vincere per superare la crisi (i nerazzurri erano reduci da due sconfitte consecutive e dall’eliminazione ai quarti di finale di Coppa Italia) e dare un senso ad una stagione finora al di sotto delle aspettative. La compagine di Mancini, insomma, era il peggiore avversario che potessero incrociare i rosanero, spiazzati da un avversario “arrabbiato” e forse con un pizzico di “fame” in più.
Il 3-0 con il quale l’Inter si è imposta a San Siro nella terza giornata di ritorno non ammette repliche ma sono stati gli errori dei rosanero ad amplificare il successo (meritato) dei padroni di casa. Non c’è la controprova ma molto probabilmente un altro Palermo, quello “vero”, non avrebbe ricevuto una simile lezione e avrebbe dato del filo da torcere ad un’Inter che, a prescindere dal verdetto del campo, anche questa sera è sembrata una squadra assolutamente battibile. Ma i nerazzurri oggi erano in una serata di grazia, impreziosita da un super Icardi (attaccante lanciato da Iachini alla Sampdoria) autore di una doppietta che nella ripresa ha piegato la resistenza dei rosanero colpiti già nel primo tempo dal gol dell’1-0 firmato al 16’ da Guarin di testa sugli sviluppi di un corner battuto da Shaqiri. Una rete che deve fare riflettere Iachini e tutta la squadra. La ripetitività dei gol subiti sugli sviluppi di palla inattiva sta diventando un problema e urgono dei rimedi per evitare che certe disattenzioni possano vanificare il lavoro costruito con cura durante la settimana. Iachini deve insistere su queste situazioni di gioco e prendere delle contromisure. L’acuto del colombiano ha
dato all’incontro un preciso indirizzo incanalandolo, anche psicologicamente, sui binari dei padroni di casa. Il gol del vantaggio ha premiato l’approccio degli uomini di Mancini, scesi in campo con il giusto piglio, ma alcune occasioni create dagli ospiti (clamorosa la palla-gol sprecata al 25’ da Rigoni a tu per tu con Handanovic su un cross rasoterra di Lazaar dall’out sinistro) ha dimostrato due fatti incontrovertibili: che il Palermo restava una squadra viva e che l’Inter non poteva consentirsi il lusso di abbassare la soglia dell’attenzione. I nerazzurri, pur avendo maggiore verve e convinzione rispetto alle ultime uscite, sembravano comunque vulnerabili se presi di infilata ma, in questo senso, sono stati “agevolati” dall’atteggiamento della compagine rosanero. Una squadra potenzialmente pericolosa ma poco aggressiva e soprattutto disattenta nella lettura di diverse situazioni di gioco. L’emergenza non deve essere un alibi ma certamente ha influito sulla performance dell’undici di Iachini costretto a fare meno in difesa dello squalificato Andelkovic e di Vitiello, out per infortunio. Terzi e Daprelà non hanno commesso errori da matita blu (anche se è stato proprio il laterale svizzero, schierato come centrale di sinistra nella linea a tre, a perdere la marcatura di Guarin in occasione del gol del colombiano) ma, con un profilo del tutto inedito, il reparto difensivo non ha dato garanzie di affidabilità. E a proposito di assenze, anche l’indisponibilità di Maresca non è stata indolore. Nulla da togliere a Jajalo, new-entry con ampi margini di miglioramento, ma la mancanza in cabina di regia di uomo di esperienza in grado di dettare i tempi e coordinare il resto dell’orchestra si è fatta sentire. E’ stato, insomma, un Palermo al di sotto del suo standard. Un Palermo in grado di costruire delle potenziali situazioni di pericolo ma “ridimensionato” da troppe sbavature in fase difensiva. Errori che hanno compromesso in maniera definitiva il risultato. Nella ripresa i rosanero sembravano più pimpanti e propositivi rispetto alla prima frazione di gioco ma l’asse Guarin-Icardi, con la complicità di una difesa distratta (e che sabato prossimo non avrà Gonzalez out per squalifica) ha spostato l’ago della bilancia dalla parte nerazzurra. I due legni colpiti da Icardi (colpo di testa da fuori area su un cross di Guarin sugli sviluppi di un break propiziato da una sbavatura a centrocampo di Vazquez) e Ranocchia (sempre di testa su azione di calcio d’angolo) sono stati il preludio al colpo del ko che ha steso il Palermo. Le due reti di Icardi (che in entrambi i casi non ha esultato non avendo ancora smaltito le scorie lasciate dalle polemiche con i tifosi nate domenica scorsa a Reggio Emilia) hanno tagliato le gambe ai rosanero mortificandone ogni velleità di rimonta. Iachini, ad un certo punto, ha provato anche la carta Belotti (al posto di Jajalo) per dare nuova linfa al fronte offensivo ma questa non era la serata giusta per i miracoli. 

 

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