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Buffon: “Donnarumma, se vieni alla Juve non sbagli. Il mio ritiro…”

Ritiro in vista? Potrebbero essere gli ultimi mesi di calcio giocato per Gianluigi Buffon, che nei prossimi giorni compierà 40 anni. “Un uomo di 40 anni deve avere senso di responsabilità. Siccome non sono l’ultimo arrivato e so che posso essere ingombrante, preferisco farmi da parte. Non sarò mai un problema, ma per chi mi ha dato tanto, Juve o Nazionale, ci sarò sempre, in qualsiasi veste e con qualsiasi ruolo”, afferma il portiere bianconero a La Gazzetta dello Sport.

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Continuare a giocare? Ad una sola condizione: “Solo se vinco la Champions”, per poter giocare il Mondiale per Club e raggiungere un altro record. E in caso di addio niente maglia ritirata, come successo di recente al campione di basket Kobe Bryant: “No, non m’interessa: il calciatore viene sempre dopo il calcio”. Rimpianti per non aver scelto il Barcellona? Buffon spiega: “Sarebbe stata un’altra vita, un’altra carriera, e non si può sapere come sarebbe andata. Diciamo che sono rimasto nel sottopassaggio del Camp Nou, ma sono veramente felice di aver scelto la Juve”.


Buffon poi difende Allegri: “Non si pubblicizza, sento tanti complimenti per gli altri e pochi per lui. quando vinci così tanto significa che l’allenatore è determinante”. Qualità non appartenuta a Ventura, dimessosi da ct dell’Italia dopo la mancata qualificazione ai Mondiali: “Quando le spedizioni falliscono la colpa è di tutti. Ci sono momenti storici in cui non sei all’altezza – spiega Buffon – . Che gara rigiocherei tra Italia – Svezia o la finale di Cardiff? Italia – ­Svezia non la vorrei rigiocare, non siamo venuti meno come spirito, atteggiamento o unione, ma abbiamo palesato alcuni limiti. Rigiocherei a Cardiff perché, se con la Svezia abbiamo dato l’80 – ­90%, contro il Real nel secondo tempo è mancata la compattezza, che è sempre stata la nostra forza”, ammette.

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Buffon poi parla di Donnarumma e di un possibile futuro alla Juventus come suo erede: “Con la Juve non sbaglia mai. Non posso dargli consigli perché non vivo la sua situazione, non so la connessione emotiva che può avere col Milan”. E su Bonucci: “Gli voglio bene come un fratello, ha valori sani e l’ambiente Juventus era perfetto per lui. Mi è dispiaciuto sia andato via perché sembrava la scelta di un uomo impulsivoeorgoglioso. Ogni tanto, parlando, gliel’ho detto: lui mi ha risposto che non è stato impulsivo, ma ha fatto una scelta ponderata. Vive di sfide e aveva bisogno di riaccendere il fuoco con una scelta forte”.

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