Camerun – Serbia 3 – 3, PAGELLE: Aboubakar eroico, Milenkovic flop
Camerun – Serbia 3 – 3 | Marcatori: 29′ p.t. Castelletto (C), 46′ p.t. Pavlovic (S), 48′ s.t. Milinkovic-Savic (S), 8′ s.t. A.Mitrovic (S), 19′ s.t. Aboubakar (C), 21′ s.t. Choupo-Moting (C)
Gol ed emozioni fra Camerun e Serbia, che pareggiano 3-3 nella seconda sfida dei gironi. Partita che cambia registro tante volte, perché prima parte forte il Camerun, che segna con Castelletto di testa; poi la Serbia mette in campo la sua qualità e ribalta totalmente la partita andando sul doppio vantaggio.
Ma è clamoroso il crollo della squadra di Stojkovic, che paga le disattenzioni di Milenkovic e l’ingresso dell’indemoniato Aboubakar: l’attaccante entra sull’1-3, segna e serve l’assist del pareggio in meno di 5 minuti, regalando un punto agli africani.
Il pareggio, comunque, non fa benissimo al Camerun, che dovrà battere il Brasile per passare. Non si mette bene neanche per la Serbia: servirà una vittoria contro la Svizzera per qualificarsi agli ottavi.
CAMERUN (4-3-3): Epassy Mboka Davis 4,5; Fai 5, Castelletto 6, N’Koulou 5,5, Tolo 6; Hongla 5 (dal 10′ s.t. Aboubakar 7,5), Kunde 6,5 (dal 22′ s.t. Ondoua 6,5), Anguissa 5 (dal 36′ s.t. Gouet s.v.); Mbeumo 6 (dal 36′ s.t. N’Koudou s.v.), Choupo-Moting 6,5, Toko Ekambi 5,5 (da 22′ s.t. Bassogog 6).
SERBIA (3-4-2-1): V.Milinkovic-Savic 5,5; Milenkovic 4, Veljkovic 5 (dal 34′ s.t. Babic s.v.), Pavlovic 7 (dall’11’ s.t. S.Mitrovic 5); Zivkovic 5 (dal 34′ s.t. Radonjic 5,5), N.Maksimovic 6, Lukic 6, Kostic 6,5 (dal 46′ s.t. Djuricic s.v.); Tadic 6,5, S.Milinkovic-Savic 6,5 (dal 34′ s.t. Grujic s.v.); A.Mitrovic 5.
I MIGLIORI
Aboubakar: entra a dà vita al Camerun. Clamoroso impatto di Aboubakar, che in pochissimi minuti sfiora il gol, poi segna e dopo serve anche l’assist del pareggio. Sembra lento e goffo, ma quando dribbla supera gli avversari senza problemi.
Milinkovic: grinta e colpi. Si è rivisto il Milinkovic della Lazio, che contro il Brasile non era entrato in campo. Vince il duello con Anguissa, che oggi non trova spazi, e supporta bene l’attacco: a fine primo tempo segna con un tiro da fuori, non bello e angolato, che beffa comunque Epassy Mboka Davis. Nella ripresa parte bene, poi cala un po’.
Pavlovic: dopo aver tenuto bene gli attaccanti brasiliani, il difensore 2001 non ha problemi contro Mbeumo. E così fa la differenza davanti, segnando il gol del pari con un colpo di testa difficile, in torsione, su un cross debole. Quando esce, la difesa serba crolla, soprattutto dal suo lato.
Kunde: va a duemila, con una marea di palloni recuperati e tante sgroppate verso la porta della Serbia. Kunde fa bene da filtro e tende a ripartire subito, arrivando anche al tiro (anche se non è precisissimo). Preciso nel corner battuto nel primo tempo: il Camerun segna in quell’occasione.
I PEGGIORI
Milenkovic: dopo un’ora giocata con attenzione, crolla nell’ultima mezz’ora dimenticandosi la regola del fuorigioco. Si addormenta due volte nel giro di tre minuti tenendo Aboubakar in gioco e il Camerun prima fa il 2-3, poi il 3-3. Milenkovic diventa così il man of the match… del Camerun.
Epassy Mboka Davis: sostituisce male Onana, che è stato messo da parte poco prima della gara per motivi disciplinari. Il portiere del Camerun è colpevole nel gol di Milinkovic, che col sinistro non angola molto.
Anguissa: il più forte del Camerun, oggi, delude. ‘Mangiato’ da Milinkovic a centrocampo, che a fine primo tempo gli scippa palla e segna il 2-1 per la Serbia: troppa leggerezza per Anguissa, che aveva tentato un dribbling rischioso e inutile. E si era perso, prima, Pavlovic in area.
Mitrovic: primo quarto d’ora di follia per il bomber del Fulham. Grande giocata e palo colpito; poco dopo, tanta fortuna, la palla gli arriva fra i piedi in area e lui la manda fuori. Non basta un gol a porta vuota nella ripresa, nel finale non fa niente per dare la vittoria ai suoi (anzi, sbaglia molto ancora davanti la porta).
Vejkovic: dorme e Castelletto lo punisce su corner, tagliando alle sue spalle e segnando il gol che sblocca la gara. Il centrale serbo è il meno ‘battagliero’ dietro e lascia spazio agli avversari, soprattutto quando crolla con l’uscita di Pavlovic.