Caos diritti tv Serie A, rischio doppio abbonamento? I dettagli
C’è grande fermento tra appassionati e addetti ai lavori per il nuovo bando presentato dalla lega serie a per i diritti tv del prossimo triennio (2018-2021). Un bando che (dopo la rottura con l’intermediario Mediapro) stravolge le carte in tavola, introducendo una suddivisione dei pacchetti per prodotto, con partite suddivise per fasce orarie, impedendo in teoria ad un singolo operatore di acquistare tutti e tre i pacchetti, ma solo un massimo di due.
Il pacchetto di maggior prestigio previsto dal bando (il 5) prevede 114 eventi e la possibilità di mandare in onda la gara delle 18 del sabato, la gara delle 15 della domenica (in contemporanea con altre gare) e il posticipo delle 20.30 della domenica. Il pacchetto 6 riguarda 152 eventi, il pacchetto 7 114 eventi. In tutti e tre i casi, oltre alle fasce orarie di comptenza, ai detentori dei pacchetti si darebbe la facoltà di scelta tra 20 big match da collocare a piacimento nello slot orario di propria pertinenza.
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Il rischio è in teoria quello di costringere gli spettatori ad abbonarsi a due differenti televisioni per assistere a tutte le partite della propria squadra: le offerte vanno presentate entro le ore 11 di mercoledì prossimo, ma è sempre più concreta l’ipotesi di accordi fra i vari operatori (ammessi dal bando) per aggirare il problema, con Sky che potrebbe acquistare due pacchetti e Mediaset l’altro, sfruttando poi le sinergie già messe in atto nelle ultime settimane tra le due pay tv sui contenuti di cinema e serie tv. Sembrano defilate Mediapro e Tim, mentre Perform e Italia Way sarebbero interessate ai pacchetti per le trasmissioni sul web.
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Polemiche poi per la previsione del bando di impedire la messa in onda in chiaro degli highlights delle partite di Serie A fino alle ore 22, con la Rai che ha emesso una nota di disappunto in cui si dichiara pronta a rinunciare a “90esimo minuto” o comunque a un format per la trasmissione delle immagini dei match: “La Rai evidenzia con stupore che si è davanti ad un rischio grave e incomprensibile per il servizio pubblico: non far vedere a tutti gli italiani il sabato sera e la domenica pomeriggio le immagini salienti delle partite, come avvenuto per oltre mezzo secolo, ma solo a chi può permettersi abbonamenti con privati”.
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