Caramanno: “Palermo – Foggia? Ricordo ancora il pianto dei tifosi rosanero”
Palermo – Foggia vista da Pino Caramanno. Un doppio ex davvero particolare. Fu l’allenatore di Piana degli Albanesi a guidare dalla panchina la squadra rosanero nell’anno della ricostruzione (1987) dopo la radiazione, un’esperienza durata appena un anno perché dopo la promozione dalla C-2 alla C-1 non venne riconfermato dalla società. E andò ad allenare il Foggia, in C-1, prendendosi una bella rivincita.
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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Caramanno ricorda ancora l’intervista del direttore sportivo del Palermo Franco Peccenini che lo ritenne inadeguato dopo la promozione in C1 e afferma: “Le copie di quell’intervista le ho appese nella mia casa a Foggia. Per ricordarmi ogni giorno che dovevo dimostrare a tutti di essere un allenatore da C1″.
MORTO L’EX ROSANERO BRUNO PACE
Il destino però volle che Caramanno e il Palermo si rincontrassero in fretta: alla guida del Foggia affiancato da Marsan e Marchetti, il tecnico sfida all’ultima giornata i rosanero, che con i 2 punti della vittoria avrebbero conquistato lo spareggio proprio contro lo stesso Foggia. Più decisiva di così…. Pasquale Casillo (presidente del Foggia): “Aggio avuto l’impressione che Marsan e Marchetti si sono venduti la partita”. Caramanno replica: “Non ho tempo da perdere”.
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Il resto però è storia: Caramanno e Nuccio Barone (anche lui palermitano) trascinano (in 10 uomini) il Foggia in Serie B, per la gioia dei 200 tifosi foggiani giunti al Provinciale di Trapani (altri 10 mila ad attenderli a Foggia) e il dolore di quelli rosanero: “Ricordo ancora il pianto dei tifosi palermitani che venivano da me quasi per essere confortati”. Ma quella promozione Caramanno a Foggia non la festeggerà, lui (dopo quanto era accaduto) non era più l’allenatore del Foggia: “Me ne sono pentito – ammette oggi – l’avrei dovuto fare per quelle migliaia di tifosi che aspettavano anche me”. Ma il Foggia di Caramanno aveva costruito basi solide e subito dopo, con l’arrivo di Zeman, il Foggia diventa sempre più squadra dei miracoli.
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Io ricordo l’ennesima cappellata decisiva di Taglialatela. Io ricordo lo spettacolo di grande civiltà dei tifosi rosanero. Io ricordo la malinconia negli occhi di “carboncino” Barone che fece il suo dovere fino in fondo. Altri tempi.